BAMBINI, TUTTI AL BEAUBOURG PER GIOCARE CON... UN VERO MARCHESE!
EDIZIONE SPECIALE
Ma solo dopo, tornando a Perugia, ho ricollegato il nome alle installazioni da lui firmate presenti, fino al 9 maggio, alla Galerie des Enfants del Centre Pompidou. Opere d'arte interattive, tra tecnologia, corporeità e manualità, che abbiamo visto e vissuto sul posto.

E dire che l'ho persino sottolineato a matita quel passaggio, nel corpo del testo dell'articolo, non sapendo ancora che di lì a poco saremmo partiti per Parigi. Forse proprio per questo la memoria, che è selettiva, non ha trattenuto quel dato. Ma capita che, ciò che è stato rimosso riaffiori, ciò che si desidera si avveri. Ed ho ripreso in mano la rivista. E ci siamo ritrovati a marzo nella Ville Lumière. Abbiamo sostato a lungo nello spazio allestito dal marchese. Sì, de Castelbajac è un aristocratico - il "de" minuscolo è nobiliare - .
Creativo anticonformista, vive a pochi passi dalla Place de l' Étoile, oggi De Gaulle, al centro della quale si erge il monumento simbolo dedicato alle armate della Rivoluzione e dell'Impero
(http://www.paris-arc-de-triomphe.fr/).
Al Beaubourg abbiamo voluto far provare a nostro figlio tutte le postazioni e i giochi da lui creati probabilmente pensando a sua figlia. Un percorso ludico-didattico sotto la guida di un'educatrice del team, a disposizione, che ha dato l'avvio alle sperimentazioni condotte poi in autonomia. Ho però dovuto tradurre in italiano a Luigi Maria quello che lei diceva e spiegava in francese. Per il resto si è mosso da solo, esercitandosi tra parole-chiave in francese e in inglese (che studia a scuola), chiare immagini-simbolo, sintetici pannelli esplicativi, e intuito, immaginazione, istinto, che sono patrimonio genetico di ogni bambino. Questa Galleria dedicata propone "experiences" a rotazione.

Sì, il Beaubourg è uno dei cosiddetti "the place to be in Paris". E la Poesia di Jean-Charles de Castelbajac tutta da sperimentare! C'è poi una fontana, quasi sempre zampillante, che sembra pensata proprio per i bambini. Questa volta però l'acqua non c'era. Presumo per manutenzione di routine. Il che ha permesso un contatto più ravvicinato e tattile con l'onirica Fontaine Stravinsky. Bambini e ragazzini in gita scolastica, incantati dai colori squillanti, vividi, e dalle forme sinuose, "generose" delle sculture firmate da Niki-de-Saint-Phalle, attirati dai pezzi meccanici di Jean Tinguely, quasi sempre in movimento in mezzo all'acqua.
E sento l'eco...l'eco dei colori e dei cerchi nell'acqua...l'eco che, à rebours, da de Castelbajac, passando per il Nouveau Réalisme, arriva fino a Sonia e Robert Delaunay e a quel vestito di Yves Saint Laurent, esposto in questi giorni nella stessa sala del Beaubourg...Un gioco di rimandi voluti e/o inconsapevoli, di ispirazioni, citazioni d'autore, di affinità elettive e sensibilità in campo diverse...che corre lungo il binario della storia dell'arte...e non si ferma mai...
No, non sono io distesa sul divanetto e senza scarpe, ma...per la prossima volta...prendo spunto! |
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...l'espressione del volto è eloquente, così come la gestualità... ...all'ultimo piano e "fino all' ultimo respiro"!!!... |
"A volte è dura la salita", come mi disse qualcuno...o anche solo il procedere...ma si sa, gli artisti restano sempre bambini e, come diceva Karol Wojtyla, "a stare con i giovani si diventa giovani!"...
...Mai smettere di sognare...e di aver fiducia...
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