S.S. SPECIALE e STATALE, a chi serve una SCUOLA secondaria pubblica così?Assisi. STUDENTI CON DISABILITA' CERTIFICATA SENZA IL SOSTEGNO. BOCCIATURE "A PIOGGIA" PER TRATTENERLI QUI. Docenti "in ostaggio" del bisogno. Didattica che per lo più non c'è. Alunni "invisibili". Lo stigma della malattia mentale.
ASSISI."Un corpo estraneo" al III piano del Centro di eccellenza che si occupa di "attività riabilitativa, psicoeducativa e assistenza socio-sanitaria per bambini e giovani adulti con disabilità fisiche, psichiche". Esiste ma non ne è parte.
S.S. SPECIALE e STATALE. Secondaria di primo grado presso Istituto Serafico, a chi serve una SCUOLA PUBBLICA così?
STUDENTI CON DISABILITA' CERTIFICATA SENZA IL SOSTEGNO. BOCCIATURE "A PIOGGIA" PER TRATTENERLI QUI. DOCENTI "IN OSTAGGIO" DEL BISOGNO. DIDATTICA CHE PER LO PIÙ NON C'È. ALUNNI "INVISIBILI". LO STIGMA della MALATTIA MENTALE.
di Elisabetta Berliocchi B.
...INCHIESTA IN CORSO...
(vedi aggiornamenti quotidiani via social e piattaforme: LinkedIn, Facebook, Instagram, Twitter/X, Registro elettronico)
1) IL FATTO, SULLA NOSTRA PELLE*
2) L'ANTEFATTO (cfr. Post Scriptum 9).
3) IL CASO DI ATTUALITÀ E RILEVANZA PUBBLICA (cfr. punto 5)
4) LA MOTIVAZIONE (perché sono rimasta lì un intero anno scolastico)
5) STRUTTURA e DATI sul campo, BILANCIO E CONCLUSIONI
6) IL METODO APPLICATO
7) LE SEGNALAZIONI (a chi sono state fatte dall'inizio dell'anno scolastico ad oggi) e LA CALL TO ACTION
8) IL DOMANDONE: SECONDARIA DI PRIMO GRADO presso ISTITUTO SERAFICO (Istituto comprensivo Assisi 1), A CHI SERVE UNA SCUOLA PUBBLICA COSÌ?
9) *IL P.S. ...post scriptum...à rebours... L'EPISODIO BIOGRAFICO, psichico (mente e anima), anni fa, e fisico (corpo), oggi, raccontato con leggerezza...di corsa all'Ospedale di Città di Castello e all'Ospedale di Perugia...
10) IL P.P.S. ...post post scriptum...IL DUBBIO, LECITO.
1) IL FATTO SULLA NOSTRA PELLE.*
...come dicevo via social, l'Assisi che ricordo sin da bambina è un'altra, rispetto a quella della Secondaria di primo grado presso Istituto Serafico, parte dell' Istituto Comprensivo Assisi 1 che ha sede altrove (in precedenza afferente al liceo Sesto Properzio a pochi passi)...e non per gli studenti, con i quali ho legato empaticamente da subito, bensì per l'organizzazione e il mancato rispetto delle persone, dei ruoli, del background, dell'età, di prassi, regolamenti scolastici, della legge italiana ed europea, dei diritti internazionali...Tutte cose, queste, che permettono di opporsi e tutelare la dignità delle persone, della professione, la salute e la sicurezza sul lavoro, il diritto allo studio e all'inclusione per alunni con disabilità certificata (Legge 104/92) qui senza insegnanti di sostegno e adeguato supporto. Il volontariato è scelta libera, e anche i rischi che talvolta ne derivano, qui però è lavoro, docenza in una scuola pubblica. Davanti a queste parole-chiave, la dicitura Scuola Speciale serve a poco per pararsi il fondoschiena dal punto di vista legale in uno Stato di Diritto. Dovrebbe bastare una segnalazione (vediamo poi a chi) per far "sanare" subito la situazione, e invece si temporeggia da anni a oltranza. E perché?! C'è qualche "intoccabile" di mezzo?!
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MA VEDIAMO CON ESEMPI CONCRETI LA SITUAZIONE DELLA SCUOLA MEDIA AL TERZO PIANO DEL SERAFICO.... IL DOCENTE che è ancora alle prime armi, senza spalle coperte, che ha bisogno di lavorare... COSA FA quando, assunto come insegnante (non come inserviente!) di attività pratiche speciali (2 docenti di questa disciplina, qui da 6 anni), musica, arte, italiano, matematica, tecnologia, educazione fisica, religione, inglese e francese, gli si mettono in mano scopa, mocio, asciugatutto, perché c'è chi ha vomitato, chi ha fatto cadere acqua, cibo in terra...COSA FA quando vorrebbe insegnare la propria materia con l'ausilio di personale che ha competenza e professionalità nel settore della disabilità grave, per lo più psichiatrica, e non può farlo perché deve fare il badante e non ss come rapportarsi a certi alunni? ...COSA FA quando viene sollecitato a raccogliere i rifiuti del cestino che qualcuno ha lanciato (qui ancora non ci sono contenitori per la differenziata)...COSA FA quando gli si ingiunge di apparecchiare e sparecchiare a pranzo, seguirli, in certi casi supportandoli nel mangiare... COSA FA quando gli si chiede perentoriamente di cambiare il pannolone in un bagno per autosufficienti, aiutarli in certe necessità... perché non si possono disturbare sempre le bidelle della Primaria dove nella toilette c'è il lettino (qui alla Secondaria bidelle e lettino non ci sono, come non ci sono insegnanti di sostegno, siamo tutti curriculari, nonostante siano studenti con disabilità certificate), bidelle già giustamente indaffarate nella loro scuola, oltre il pianerottolo, con altri alunni..."E sennò che ce stamo affa' ", è il commento dei docenti più affaccendati, qui da anni...."A insegnare come da contratto no?", è la mia risposta. E sennò a noi docenti che cihanno chiamati affa' ? ...COSA FA quando gli si chiede di sollevare, facendo leva su muscoli delle gambe e forza delle braccia, chi è a terra (hanno dai 12, 15 a ben oltre 20 anni)... COSA FA quando gli si domanda ("tu che fai? n'aiuti?!") di separare sui materassini ginnici chi eccede nelle effusioni tra compagni di scuola, fa dispetti, per attirare l'attenzione, che causano spinte e botte, oppure gli si chiede di risollevare chi si butta a peso morto sul pavimento o sul tappetino dell'ascensore, nel tragitto tra Primaria e Secondaria ???? ⚠️COSA FA quando bisogna tenere a bada chi è più forte per statura, "stazza", difficile da contenere nella gestualità ordinaria e nelle situazioni di straordinaria CRITICITÀ, con la consapevolezza che si può divenir oggetto di aggressione fisica? (è accaduto più volte sotto i miei occhi, c'è persino chi ha ricevuto un pugno, davanti altri colleghi, con conseguente ematoma e non ha denunciato! Abbiamo pagato 9 euro a inizio anno un'assicurazione, tra l'altro)⚠️ COSA FA quando tutto questo viene dato per scontato e richiesto in malo modo, come se un docente fosse lì per questo e manchevole, dunque, se non si adatta alla situazione? ...COSA FA quando gli viene chiesto di bocciare gli alunni indipendentemente da ciò che hanno fatto nel corso dell'anno scolastico, così rimangono qui per anni? ...
...E IL DOCENTE CHE SI RIFIUTA DI FARLO, categoricamente sin dall'inizio, sente in sottofondo, in barba ai Principi della Costituzione Italiana e dei diritti internazionali, "tu mesà che 'n è voja de lavora' ", già...come se fossero queste per un insegnante le mansioni qualificanti, oltre le innumerevoli discussioni a toni accesi che deve affrontare sull'argomento, il dito puntato che deve sopportare sin dall'inizio su argomenti pretestuosi e "peccati veniali" (il ritardo di 2/3 minuti -quello solitamente del cambio dell'ora-, talvolta 5 minuti, segnati sempre sul registro cartaceo, raramente 10 minuti avvertendo via whatsapp o telefonicamente, come prassi in ogni scuola...Galeotto fu il ritardo e chi lo fece... come quella leggenda metropolitana chez nous e il relativo processo alle intenzioni...Qui però stiamo parlando di lavoro e mi sono "impuntata"! sul ritardo per "puntiglio"! e sul resto per principio, per dovere! mo' basta... non mi faccio azzittire e mettere all'angolo, sebbene con uno dei miei alunni scherzassi a volte con i guantoni rossi da boxer, lì in dotazione... a mio rischio e pericolo, ma stando attenta). Argomenti pretestuosi e peccati "veniali" usati per coprire "peccati mortali". Siamo nella città di San Francesco, la città della Pace, "PAX ET BONUM"...e chi se l'aspettava 'sto comitato di accoglienza e benvenuto e 'sta situazione di m _ _ _ a (!!!!... bip: citazione pertinente) è proprio il caso di dirlo, da me subito segnalati alla Dirigente, rimarcati alla Coordinatrice della Secondaria a voce e per iscritto, riferiti alla Coordinatrice e alla docente di religione della Primaria, lì da tempo, nonché espressi spesso in faccia a certi colleghi che si prestano ad essere sfruttati e a fare semplicemente da badanti, ostacolando chi ci prova, a insegnare...GIÀ, CHE DIRE..."mi rifiuto di sedermi a un tavolo dove non ci sono insegnanti", affermazione perentoria e provocatoria fatta al penultimo consiglio di classe/interclasse, con linguaggio verbale, e all'ultimo con il linguaggio del corpo, in silenzio, perché tali attività non sono docenza. Mi rifiuto di ascoltare la lettura di un PEI e di firmarlo, a fine colloqui con i genitori, (compilato da chi?) perché qui non c'è un piano educativo-didattico personalizzato, individualizzato, né coordinamento tra docenti, né ci sono insegnanti di sostegno. NON C'E' NIENTE DI IDONEO! I progetti, poche ore, sono attuati da esterni o da docenti della Primaria. Lì sì, sono per lo più tutti di sostegno e specializzati, strutturati da anni. Qui perché non li avete assunti? Qui perché non avete assunto almeno uno del personale Ata? Ai docenti è richiesto: ⚠️SORVEGLIANZA, INTRATTENIMENTO, RISOLUZIONE DI CRITICITÀ E GAMBE, BRACCIA, STOMACO ALLENATI. È tutto giocato sull'IMPROVVISAZIONE ⚠️. E A RIMETTERCI SONO SOPRATTUTTO GLI ALUNNI (e se facessimo loro male per sollevarli o per contenerli, se l'approccio fosse quello sbagliato etc...), a parte l'OLTRAGGIO A PUBBLICO UFFICIALE (ogni docente lo è) nell'esercizio delle proprie funzioni. DOCENTI (e professionalità curriculari) IN OSTAGGIO DEL BISOGNO. Non ho mai visto messa in atto una strategia didattica individualizzata, personalizzata, e tantomeno coordinata, salvo rarissime eccezioni. PER OBIEZIONE DI COSCIENZA mi rifiuto di firmare le schede cartacee (fatte tra l'altro in modo "asimmetrico" e redatte sul momento in modo "impressionistico") . PER OBIEZIONE DI COSCIENZA mi rifiuto di bocciarli per trattenerli qui (accade così da anni) "in accordo con i genitori" (è stato sottolineato come se fosse la cosa più naturale del mondo...che dà l'avallo a bocciature a pioggia...in pratica "un baby-parking", solo che loro sono grandi e noi siamo a scuola, sulla carta, non in un centro commerciale!). Decisione, la mia, maturata nel corso del Consiglio di classe svoltosi (11-12 giugno) contestualmente allo Scrutinio (11-12 giugno). Il Consiglio si fa prima degli Scrutini nell'interesse degli allievi! PER OBIEZIONE DI COSCIENZA mi rifiuto di partecipare alla redazione finale dei PEI (12 giugno), sebbene abbia fatto il mio dovere ogni giorno a lezione, scritto via pec mail e sul registro elettronico voti finali complessivi proposti, relazione finale, breve resoconto sul metodo applicato per francese e relativa educazione civica, nonché manifestato da subito ai colleghi de visu il mio pensiero, partecipato ai Glo, anche gli ultimi, salvo quelli del giorno 26 giugno 2025 per un disservizio. Disservizio e problemi di comunicazione...fatto sta che alla fine non ho potuto dire (bilanciando il ruolo di docente e giornalista, o di semplice cittadino testimone dei fatti), ai genitori, ai medici, agli assistenti socio-sanitari che li seguono fuori dalla scuola, ciò che penso sull' andamento scolastico dei loro figli, i miei studenti, e ciò che penso di una scuola speciale in cui per gli alunni, tutti con disabilità certificata, non c'è il sostegno...Censura?...Tranquilli, è nel loro interesse iscriverli gratuitamente e avere uno spazio "affidabile" dove possano stare dalle 8.20 alle 15.20 dal lunedì al venerdì, tutto a costo zero, trasporto incluso...L'anno prossimo classi e numero di alunni ci sono...BOCCIATI ANCHE I MERITEVOLI...E gli altri? Quanti bambini e ragazzi, oltre questi 9 studenti, potrebbero frequentare una scuola speciale e sono fuori?
SÌ, MI RIFIUTO PER OBIEZIONE DI COSCIENZA PERCHÉ LA "CHIAMATA" PER INSEGNARE È ARRIVATA DA UN AMBIENTE SOCIO-SANITARIO-ASSISTENZIALE (e magari fosse almeno questo!) dove l'obiezione di coscienza è un diritto (beh, perché...solo quando fa comodo allo status quo, ricorrete ai regolamenti scolastici e alle legge?!) ...ambiente che si fregia di un nome, di un titolo..."SCUOLA"... senza averne i requisiti. Sapete che cos'è l' "USURPAZIONE DI TITOLI O DI ONORI", art. 498 del Codice Penale?!
N.B. Qui si può pure insegnare, ma con un metodo didattico speciale! E questo pensavo di dover fare, con l'ausilio di docenti di sostegno e una struttura almeno adeguata, se non efficiente ed eccellente, quando ho firmato il contratto! Per quello che posso ho usato il mio metodo, adattato alla situazione. Scuola media speciale non vuol dire che i docenti diventano oss, badanti, operatori socio-sanitari e animatori (ad alcuni, chiamati qui da anni, sembrerà accettabile, a me no, è inaccettabile). Non si può lasciare il peso di una scuola così sulle spalle di 11 docenti (3/4 presenti a rotazione con 9 alunni, 1 solo con problemi di loco-mozione, mai incrociato, gli altri soprattutto con disagi psichiatrici, psichici e relazionali, classi a porte aperte e lezioni in aula o peripatetiche, camminando in corridoio, di stanza in stanza - pochi metri quadrati-, nel parco...) ! Deve esserci una struttura con ruoli, mansioni, funzioni ben definiti (A inizio anno ho chiesto alla Preside che scrivesse gentilmente con precisione ciò che deve fare qui un docente, anche per non dover discutere nella quotidianità con i colleghi. Nessuna indicazione ricevuta in merito, salvo a voce dirmi che il referente è Lei. Quindi la scuola. Solo che Lei qui al III piano del Serafico non c'è. Ci siamo solo noi. A porte chiuse e finestre incatenate). Non possono fare tutti -quei pochi- tutto. Sono anni che è così e che alcuni docenti che si adattano tornano chiamati da graduatoria d' Istituto. Nessuno si è accorto? Nessuno ha segnalato o denunciato? Il coordinatore (di classe/interclasse) qui deve avere un ruolo cardine, quasi manageriale, con competenze eterogenee e specifiche nel settore medico, un professionista di esperienza. E dov'è?! Non basta un docente con incarico come negli altri istituti. SCUOLA MEDIA SPECIALE VUOL DIRE, ripeto (repetita iuvant, diceva mio padre), CHE IL METODO DIDATTICO DEVE ESSERE SPECIALE. E ci sono docenti specializzati per questo, però non sono qui, a parte chi dovrebbe insegnare attività pratiche-speciali perché ne ha la titolarità ed è costretto a fare ben altro in bagno o con scopa e pattumiera in mano. Inutile negare o bluffare "ai supplementari". Un docente curriculare può però adattare sempre e comunque la lezione al contesto e ai discenti, insegnando la propria disciplina in modo flessibile e interdisciplinare, secondo il metodo che ritiene opportuno. Ma qui ci vuole di più!⚠️ Ci sono casi psichiatrici gravi. ⚠️
Cfr. https://www.facebook.com/share/r/16tgTJXRYR/
Tre cose personalmente ho fatto IN PIÙ da settembre: 1) restando in piedi e piegando un po' le ginocchia, ho sollevato spesso una ragazzina da terra per amore suo; 2) ho separato alcuni alunni quando ho visto degli eccessi per decenza, buon senso; 3) ho accompagnato dalle bidelle alla Primaria due alunne perché situazione igienico-sanitaria, dignità e pudore venissero garantiti e tutelati. Nel bagno di qua, non essendoci il lettino, ho visto sul pavimento (quasi mai viene chiusa la porta), più volte, un'alunna che si oppone, spesso trascinata, per un motivo o l'altro. Va tirata su, si deve tirare su, come le ripetevamo adducendo varie motivazioni, ma la voce non basta. Per di più mi chiedo come facciano, lei e altri studenti stranieri, ma non madrelingua inglesi o francesi, a comprendere le lezioni di lingua, di grazia se parlano italiano! ⚠️Ed è stato detto, al GLO on line, che faceva i capricci...ma ci rendiamo conto del caso clinico, come sottolineato con garbo anche da chi la segue fuori dalla scuola?!!⚠️ Mi è capitato all'inizio dell'anno di dover tenere sotto le ascelle in corridoio (non c'era più nessuno), sollevandola, l'ultima alunna rimasta, mentre altri due docenti la cambiavano prima che tornasse a casa. Un'altra volta hanno cambiato l'alunna addirittura in aula dove c'è la sedia, il bagno è scomodo, e due compagni di scuola erano presenti, uno ipovedente, l'altro con altre criticità, però interessato al punto che mi sono dovuta frapporre per impedirgli la visuale. Perché non è vero che..."tanto loro...". L'ho raccontato in uno dei Collegi docenti dell'Istituto comprensivo Assisi 1 a inizio anno, dovendo poi rispondere... "se non qui quando?!". Mi sono alzata in piedi, dalla gradinata di quell'emiciclo gremito di insegnanti, come esortava Giovanni Paolo II ( https://www.sanfrancescopatronoditalia.it/notizie/preghiere/%0A%3Cp%3E-ci-alzeremo-in-piedi-la-bellissima-preghiera-di-giovanni-paolo-ii%3C-p%3E%0A-39529), ho parlato per chi non ha voce (molti degli alunni non parlano, non riescono a esprimersi verbalmente compiutamente), perché c'è un limite che non va valicato e a tutto ciò è necessario opporsi. Nessuno dei miei colleghi della Scuola Speciale presenti ha fiatato, nessuno ha negato in quel Collegio docenti unitario. In questo le cose sono un po' cambiate, almeno per quello che posso testimoniare. Non perché "è arrivata lei...", ma perché non si fa e non si può fare così, e se nessuno lo dice si continua a farlo. Ogni volta che ho un alunno di fronte mi chiedo: e se fosse mio figlio? Il "si è sempre fatto così prof.", "qui è così", non basta a giustificare l'oltraggio alla dignità e al pudore, alla sensibilità personale che albergano in ogni essere umano.
2) L'ANTEFATTO (cfr. Post Scriptum).
Sto guardando un articolo sulla Miss Universo 2024, Victoria Kjaer, danese, bellissima e preparata. Nel curriculum "di tutto rispetto" leggo: "è laureata in Economia e Marketing, e con esperienze lavorative nel mondo della gioielleria. Inoltre è attivista impegnata su vari fronti, tra cui l’empowerment delle giovani donne nelle associazioni sportive locali. Il suo impegno filantropico si estende alla promozione della consapevolezza della salute mentale, ambito in cui ha già ottenuto riconoscimenti internazionali grazie alle sue iniziative. Il suo impegno si estende anche sul fronte della protezione degli animali, e pure in questo campo ha ottenuto riconoscimenti." (Miss Universo, il titolo a Victoria Kjaer: ecco chi è ). E mi chiedo, facendo cross-checking e fact-checking on line, cosa significhi "promozione della consapevolezza della salute mentale". Intanto alla televisione generalista, su Rai 1 Mara Venier intervista Antonello Venditti che parla del suo periodo buio, della depressione, degli specialisti, di chi in quel momento gli è stato vicino. Ecco, testimoniare la malattia mentale e "incidenti di percorso momentanei" vissuti da persone famose o che comunque sono andate avanti nel loro cammino di vita, anche professionale, serve a chi ancora oggi subisce lo stigma e a chi ha pregiudizi.
3) IL CASO DI ATTUALITÀ E RILEVANZA PUBBLICA (cfr.punto 5).
...Assunta, da settembre e fino al 30 giugno (part time: 9 ore ogni settimana), come docente di francese alla secondaria di primo grado dell' Istituto Comprensivo Assisi 1 presso Istituto Serafico. Ad Assisi, in Umbria, nel cuore d'Italia e dell'Europa, in una Scuola Speciale Statale. Neanche pensavo esistessero più. Invece sì. Dal 1933 (http://san.beniculturali.it/web/san/dettaglio-soggetto-produttore?id=70524), la scuola elementare. E però oggi il Plesso Ciechi (naturalmente per lo più vedenti alla secondaria!) è parte del sistema scolastico nazionale. Ed eccomi qua, alla Scuola Media, come si legge a destra della porta di accesso al III piano, ''attinta' da graduatoria d'Istituto. Questo sebbene, nel rinnovare e aggiornare la domanda d'inserimento nelle GPS - Graduatorie provinciali supplenti, non avessi messo tra le preferenze carcere e quant'altro, e sebbene non avessi mai accettato in 8 anni (anche in momenti di "penuria" come lo scorso anno) incarichi per il sostegno (ne arrivano a go-go ), ritenendo di non avere le competenze adeguate necessarie. Competenza e professionalità conteranno ancora qualcosa in uno Stato di Diritto!!!! Sono una giornalista professionista, dottore di ricerca in storia dell'arte, con due lauree v.o. (vecchio ordinamento) e borse pre e post-dottorato, esperienze lavorative in vari ambiti e attività di volontariato variegata. Sono un testimone oculare "infiltrato", ma a volto scoperto. Mi sono chiesta se fosse giusto testimoniare con foto e parole ciò che vedo e vivo come insegnante (docente II e III fascia nelle graduatorie Gps e d'Istituto, senza abilitazione - la legge lo permette-, l'abilitazione ce l'ho ma come giornalista, il mestiere che ho scelto di fare da sempre). Sì, è giusto farlo, persino da una struttura protetta in cui bambini e ragazzi (chi con gravi disabilità, chi forse con situazioni "gestibili" nelle scuole "normali") interagiscono tra di loro e con i docenti, in una quotidianità che è fatta pure di momenti divertenti ed esilaranti, dalla forte carica emotiva e affettiva, momenti persino poetici. È giusto farlo... dico testimoniare, ma senza edulcorare, nel rispetto delle persone. Questo perché "la verità esiste, nonostante tutto", e non possiamo nasconderci dietro un dito, dare spazio al "negazionismo", mettere toppe a un tessuto strappato e logoro, a giochi fatti, alla fine, o addurre a scusante lo spirito caritatevole che sopperisce a lacune e mancanze gravi. Lacune e mancanze gravi sostanziali che arrecano danni a discenti e docenti. Aprire le porte è un bene, per chi sta dentro e per chi sta fuori. E rende familiare ciò che non lo è. C'è un settore sommerso e affondarci le mani è scomodo. È un caso quasi unico in Italia. Quasi. Lo dice la stessa Preside, Maria Grazia Cecconi, che più volte si è rivolta al MIM - Ministero dell'Istruzione e del Merito e alle Istituzioni, senza ricevere tempestive e non procrastinabili risposte. È una "patata bollente" arrivata da non molto nelle mani della Dirigente scolastica dell'Istituto comprensivo Assisi 1 che ora è in attesa dell'intervento dell'Ispettorato, come ha detto al corpo docente nel corso dei Collegi unitari. E però la situazione va per le lunghe, visto che all'ultimo Collegio unitario docenti, il 30 giugno 2025, è stato detto che finché non interviene il Ministero la situazione resta più o meno questa, sebbene si stia lavorando per creare un ponte, che finora non c'era, tra scuole dell 'Istituto comprensivo. L'ho visto con i miei occhi, una scuola che ancora (quanti altri decenni occorrono?!) "non è né carne, né pesce", la secondaria del Plesso Ciechi, eppure c'è, soprattutto per gli alunni, che sentono di andare "à l'école", per le famiglie, alle quali dà supporto e uno spiraglio di una vita come tutti gli altri, nella speranza che per i propri figli ci sia uno spazio in cui potersi esprimere senza essere guardati come "fenomeni da baraccone". Alcuni hanno provato a farli frequentare le scuole pubbliche che tutti frequentano e conoscono sul territorio, poi hanno ritenuto opportuno trasferirli in situazioni più protette, in "un mondo a parte". "Un mondo a parte" tra mura in pietra rosa del Subasio, quelle dell'Istituto Serafico, privato, sotto l'egida della Chiesa nella persona del Vescovo, che però è anche scuola pubblica, sotto l'egida dello Stato nella persona del Sindaco, della Presidente della Regione, della Preside, di noi docenti, e come tale questa scuola umbra dovrebbe adeguarsi e uniformarsi a certi parametri di leggi e regolamenti nazionali, pur e soprattutto tenendo conto delle specifiche esigenze degli alunni, come non è stato fatto finora, per quello che ho visto in un anno scolastico. Verrà intitolata al professor Gianni (Giovan Francesco) Sculco, che fortemente l'ha voluta, apprendo da un Collegio docenti. E mi viene in mente una domanda, anzi due, vedendo che prassi, consuetudini, regolamenti e leggi vengono "piegati" a proprio uso e consumo: chi prevale qui alla Scuola Media Statale (parte dell'Istituto comprensivo Assisi 1) presso Istituto Serafico, lo Stato italiano o lo Stato vaticano? chi garantisce lo Stato di Diritto? E ripetendo "l'Istituto Serafico non c'entra niente" è come dire, per fare un esempio provocatorio, che se a casa mia, nella dépendance, i beneficiari del comodato d'uso gratuito dato per motivi umanitari esercitano la prostituzione, io non c'entro niente. E dicendo "questa è una scuola speciale, non c'è ancora la cornice normativa", si fa appello a chi di dovere che, come Ponzio Pilato, dà l'avallo ad una gestione "fai da te" spesso peregrina. E non importa che siano un'ora, un giorno, un anno o più, gli effetti possono essere deleteri, a volte basta un attimo. Lo sappiamo bene a scuola, dove siamo chiamati come pubblici ufficiali, e di ciò portiamo l'onore e l'onere, diritti e doveri, figuriamoci in una struttura socio-sanitaria-educativa (questo forse dovrebbe essere?) così. Non sono propriamente un "ghetto", la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado con sede all'interno dell'Istituto Serafico, come alcuni immaginano, e però c'è chi tra di loro a mio avviso potrebbe stare in una "classe pollaio" tra studenti che, va detto, non sono così insensibili come spesso li si dipinge. Altrove, quando c'è la crisi di un compagno di classe con qualche problematica difficile da contenere, ho visto la classe partecipe collaborare ai massimi livelli senza dire una parola, conoscendo la situazione. Mi spiegava una mamma a Perugia cosa l'abbia spinta a preferire per la propria figlia, nonostante le sue criticità, la scuola che frequentano tutti: perché così può fare progressi, avendo la tendenza ad emulare, imitare i comportamenti di chi le sta accanto. Rispetto comunque per la scelta delle famiglie, dei genitori o tutori che optano per la "Scuola per ciechi e pluriminorati", così si chiamava prima del politically correct, ora è "Istituto comprensivo Assisi 1 e per ciechi". Si potrebbe costruire con continuità e regolarità un ponte tra scuole (non solo burocratico), le altre scuole dell'Istituto comprensivo Assisi 1 e la Scuola Speciale, facendovi transitare gli alunni in maniera continuativa e proficua per tutti. Sono stata qui fino a lunedì 30 giugno 2025, e mi è piaciuto stare con i miei studenti. Ho proposto alcune delle cose che chi è stato mio alunno negli anni passati conosce. Le ho proposte fino all'ultimo giorno con un metodo flessibile, ad personam. Semplificate. In piccole dosi. A volte nell'immediato non ho il riscontro che vorrei, ma confido nei semi lasciati su un terreno fertile, quello dei miei allievi, di oggi e di ieri. A volte infatti mi sorprendono. C'è chi crede che qui il ruolo del docente sia quello del badante, del bidello o dell'oss, dell'animatore. Fermamente mi sono opposta sin dall'inizio. Ho insegnato e accompagnato i miei alunni a fare piccoli passi. C'è chi tra i docenti non si è opposto, i più. C'è chi se ne è andato, subito o dopo un po'. Non siamo operatori socio-sanitari né educatori pur educando. Quando si è tenuta una riunione per somministrazione farmaci in caso di necessità, io c'ero però, così come ho partecipato a tutti i GLO (salvo il caso in cui non ero stata informata o in cui facevo lezione, e quelli di alcuni alunni il 26 giugno per un disservizio, che mi ha impedito di relazionarmi con genitori ed operatori di settore per le conclusioni finali...evidentemente la mia è una voce scomoda!!!), importanti qui come altrove. Questione di scuole di pensiero... e di categorie professionali, di età e di esperienze pregresse, ma soprattutto di Principi Costituzionali e diritti internazionali. Personalmente credo che anche un solo punto, Il punto per citare il libro di Peter H.Reynolds edito da Ape Junior, sia importante...come quel punto venuto fuori lavorando insieme ad una mia piccola alunna e ad un ragazzo (cfr. https://www.linkedin.com/posts/elisabetta-berliocchi-7b5907194_punto-zucca-citrouille-activity-7260920764080529408-9fZq?utm_source=share&utm_medium=member_android&rcm=ACoAAC2yX7kBiHMTPXRHkLgPj0cxCpnAY28ZbKI ;cfr.https://www.linkedin.com/posts/elisabetta-berliocchi-7b5907194_ilpunto-lepoint-corpoumano-activity-7265444645969526784-8mIO?utm_source=share&utm_medium=member_android&rcm=ACoAAC2yX7kBiHMTPXRHkLgPj0cxCpnAY28ZbKI )
4) LA MOTIVAZIONE
(perché sono rimasta lì un intero anno scolastico).
Sto portando avanti un'inchiesta che è anche viaggio nella scuola, parallelamente. E un motivo c'è, anzi quattro. Sono da sempre un'allieva, in un modo o nell'altro (in procinto di iscrivermi ad ALVMNI UNIPG, se me lo consentiranno), e la formazione è un mondo che conosco bene, così come il nostro territorio, crocevia dove s'incontrano e scontrano Chiesa, Massoneria, Stato, jet set nazionale e internazionale, clientelismo e mafie. Le solide fondamenta da cui è partita l'inchiesta sono un progetto di ricerca portato avanti grazie ad una borsa lavoro post-dottorato ottenuta dopo aver vinto un concorso pubblico (fondi Por-Fse). Un progetto innestato su quanto svolto all'Università degli Studi di Perugia, su esperienze pregresse, potenziato dallo studio-lavoro (project-work) condotto insieme ad Andrea Margaritelli, Antonio Guaitini e altri alla Giove Inform@tica- Formazione, redatto e costruito a Scienze Umane e della Formazione, avendo quale illustre referente il Prof. Francesco Federico Mancini. Un progetto, questo, attuato negli ultimi 8 anni di docenza di francese, storia dell'arte/arte e territorio, educazione civica, nella scuola pubblica.
Il secondo motivo è un bambino, le sue mani e quelle del suo papà. Lo spiega bene Andrea Bruce, che ho citato in un post facebook del 6 febbraio 2021, perché i socials, in uno Stato di Diritto, se ben usati, sono una risorsa. 👇
"Ibrahim mostra al figlio più piccolo la neve, fuori dalla capanna di fango cotto in cui vive con la moglie e gli undici figli nei pressi di Kabul, 2013". Questa è la didascalia, la 'dida', di uno scatto di Andrea Bruce (@andreabruce, www.andreabruce.com). Qui propongo un dettaglio, le mani del bambino e di suo padre. Restano fuori da questo "taglio" tutta la dolcezza e l'amore dello sguardo paterno, interamente concentrato sul suo piccino. Un cucciolo d'uomo un po' smarrito, come si legge nei suoi occhi e nei suoi gesti, di fronte ad eventi più grandi di lui, che si aggrappa con forza al mantello del suo papà. Una delle "Storie dal fronte" di Andrea Bruce, condensate in un'immagine, che appare sul n.103 del mensile 《N.Photography》, nell'approfondita intervista corredata da molteplici foto, trovato in edicola vicino a dove abitiamo.
"È un mestiere sempre più difficile, ma non per questo bisogna rinunciarvi," scrive Andrea Bruce. "Mai come oggi il mondo non manca di regalare occasioni per scattare [...]. Consiglio di seguire un progetto che sentite essere importante. Può essere qualcosa che vedete poco coperto dai media, magari qualcosa che succede proprio nel vostro cortile di casa [...]. Penso a tutto il lavoro che ho fatto in piccole città, a livello locale, a come cementare le mie capacità in quel modo mi sia servito per quello che ho fatto all'estero. Non penso sia necessario saltare in una guerra. Credo invece ci si debba affinare con esperienze alle quali si ha facile accesso, con argomenti ai quali si tiene - è un aspetto che poi brilla nelle immagini. E penso che non ci si debba arrendere. Oggi è difficile, per resistere dovete amare davvero quello che fate!"
E lei, che la guerra l'ha seguita sul campo come fotoreporter, di certo conosce anche i piccoli grandi "teatri bellici" che si combattono lontano dal fronte, quello vero! Guerre senza esclusioni di colpi, che possono essere altrettanto devastanti, per le anime che passano attraverso i meccanismi di questi 'tritacarne'. "Ma è l'amore che conta", come canta Giorgia a Venezia: https://youtu.be/l2l_bkgPock?si=LakmSnj5wBgyz26D . L'amore per il proprio mestiere, l'amore per il proprio bambino e per i propri alunni o allievi, l'amore per i docenti e i maestri, l'amore per un uomo o una donna che è sostegno, l'amore per le proprie scelte, l'amore per se stessi... anche quando dura è la salita e pare di fare ogni volta come Sisifo, l'eroe tragico cantato da Albert Camus...
Il terzo motivo è: dare prova di tenuta psicologia. Sì, perché dopo l'accadimento del 2008 (cfr. punto 9), volevo liberarmi completamente da qualsiasi possibilità di "stigma" e di attacchi sull'attendibilità della mia testimonianza. Se ho resistito qui, un intero anno scolastico, con il sorriso in bocca e le braccia spalancate per i miei alunni, sostenendo le mie prese di posizione con decisione, piglio e fermezza, talvolta in modo perentorio, talaltra ironico e autoironico, lasciando che, nella mia percezione, la quotidianità alla scuola "speciale" divenisse da subito la "normalità", la normalità di un lavoro che mi imponeva di tentare ogni modo per poter fare lezione anche a casi psichiatrici gravi, documentando in itinere on line il lavoro svolto insieme, beh allora ...mo' so' c _ _ _ i vostri ! (mi si conceda il "francesismo"...)
Il quarto motivo, il più prosaico, è che devo guadagnarmi il pane, da sempre, sebbene molti stentino a crederlo, ed essere indipendenti economicamente ti dà una sicurezza e una libertà imprescindibili per la dignità umana, che non andrebbe mai calpestata, come accade a chi non ha lavoro retribuito, e quindi autonomia, senza la quale si diviene vulnerabili, persino ricattabili.
L'educazione (o "ri-educazione"!) non passa mai per l'umiliazione, lo dice con l'esempio un Maestro autorevole ...Gesù, che non ha mai umiliato nessuno, e con il Padre e lo Spirito Santo (non abbiate paura di nominarLo a proposito e con rispetto) ha chiesto espressamente che vengano messi a frutto i propri talenti, con il Suo aiuto, per chi crede. Le persone, gli alunni vanno sollevati, non schiacciati, e forse una "pédagogie differenciée" può aiutare in questo. È qualcosa su cui riflettere seriamente. Suggerisco un articolo che mi è passato sotto gli occhi ora. È di un vero esperto, Philippe Meirieu: https://www.meirieu.com/DICTIONNAIRE/pedagogie_differenciee.htm
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...Biennale d'arte di Venezia 2019... ...a volte basta un punto...un altro punto...e un altro punto ancora...et voilà... |
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...Francese ed Educazione civica alla Secondaria di primo grado presso Istituto Serafico, un allievo super, da 10 e lode!!!... |
5) STRUTTURA e DATI sul campo, BILANCIO E CONCLUSIONI.
Primavera-estate 2025, scuola secondaria di primo grado dell' Istituto Comprensivo Assisi 1 presso IstitutoSerafico, ho pensato quanto qui fossero inadeguati spazio, strumenti ludico-didattici e di ausilio alla disabilità degli alunni. La scuola è un appartamento con corridoio, bagno per autosufficienti, 3 aule standard (con banchi verso il muro, 3 L.I.M. posizionate in alto -non mi si dica per la sicurezza, perché fili, prese, spine e ciabatte sono a portata di mano-, con 2 scrivanie e 1 pianoforte sotto, quindi per alcuni quasi inaccessibili), un'aula benessere (fondi PNRR, chiusa il primo quadrimestre), trasformata sovente in "discoteca" dove si balla rispolverando persino, più volte, le canzoni di Rita Pavone... Fortuna il Parco sensoriale del Serafico, quando c'è bel tempo. Alle finestre, le catene. I libri sugli scaffali degli armadi sono donazioni, quindi a caso, di ogni ordine e grado. Nessuno dei proff. è di sostegno. Alcuni indossano un camice bianco per non sporcarsi (consiglio il nero... sfina ed è più elegante, bello!). Spesso usano guanti di lattice come bidelli, infermieri, oss, medici (allora se proprio devo... sebbene come giornalista non possa appartenere a società o associazioni segrete... metto gli altri guanti propostimi a suo tempo...). I giochi, quelli che ha in cameretta qualsiasi bambino dell'infanzia. Troppo poco, non ad hoc, è arrivato dal Centro didattico Borgione. Le bidelle stanno alla primaria oltre il pianerottolo (+scale/ascensore), un disagio ogni volta, sforzi fisici, persino discussioni aspre. Di qua, per praticità, a volte il pudore, inviolabile, bypassato. La maggior parte sono maggiorenni e vaccinati, si suol dire, e alcuni hanno più di 20 anni. Sia chiaro, nessuno del personale dell'Istituto Serafico (che ha concesso l'uso gratuito di questa piccola porzione della struttura) presta servizio qui al terzo piano, nella scuola, e gli alunni di norma non possono scendere ai piani inferiori per usufruire di quanto offre questo centro di eccellenza. Mondi separati, salvo rare concessioni. A pranzo arrivano (soprattutto nel secondo quadrimestre) le educatrici e restano un'ora, per farli mangiare e a volte per attività extra. Più tempo dovrebbe essere dato loro. Al di là dei progetti come ippoterapia, piscina etc., (non per tutti, alcuni ad opera di personale socio-sanitario: ad esempio massoterapia in aula benessere) per qualche ora in limitati periodi dell'anno, al di là di alcune lezioni brevi di stem-lab, teatro, pet-therapy (poco e non per tutti) "strappate" alla Primaria, il resto delle ore, tante (8.20-15.20, dal lunedì al venerdì), davvero si fatica a trovare la chiave giusta per far trascorrere in modo divertente, istruttivo, il tempo... quasi fosse, la scuola, una ludoteca. Le gite o uscite, anche di qualche ora, quest'anno niente. L'anno prossimo in programma alla Primaria, aperte alla secondaria: lago Trasimeno, Città della Domenica, Fattoria didattica. E' facilmente comprensibile che per alcuni casi psichiatrici diventi difficile realizzare tali propositi. Difficile, ma forse con il personale adeguato non impossibile. I tempi morti, in cui vedo da mesi ogni giorno gli alunni stesi sul materassino o vagare di stanza in stanza e in corridoio senza fare niente, sono tanti, troppi. Registro elettronico in uso (è il primo anno che qui viene adottato), i genitori non lo sapevano e non avevano le credenziali di accesso (emerso da un GLO al II quadrimestre, da un genitore). Tutti i docenti qui sanno usarlo, non c'è bisogno di attendere l'anno prossimo perché si adattino e imparino piano piano, come detto a giustificazione al Collegio unitario, e comunque...chi ci sarà l'anno prossimo visto che siamo tutti assunti con contratto a tempo determinato e attinti da graduatoria?... Ho smesso di compilarlo per protesta, il registro elettronico, nel marzo del secondo quadrimestre, una sorta di "disobbedienza civile", pur documentando per altra via quanto fatto e firmando il registro cartaceo in uso in sede. Salvo poi alla fine in modo rocambolesco (non tutte le funzioni del registro elettronico Nuvola sono state attivate) inserire voti proposti, relazione finale, breve resoconto sul metodo applicato, e altro eccepito per obiezione di coscienza. Nel primo quadrimestre ho scritto quanto fatto con ognuno, specificando negli argomenti delle lezioni le iniziali di ciascun alunno; ho inoltre dato voti, inserendo nelle motivazioni, progressi, successi, comportamento, suggerimenti e quant'altro potesse essere utile nel fondamentale rapporto scuola-famiglia, che qui c'è direttamente solo con la coordinatrice e l'altro docente di attività pratiche speciali, tramite cellulare. Nessuno mi ha comunicato che i genitori non hanno accesso al registro elettronico e che, quindi, ho scritto per loro parole al vento! Pagelle I quadrimestre cartacee, i genitori le hanno solo visionate in corridoio a scuola. Gli alunni sono per lo più maggiorenni e abitano in famiglia. Sono ordinati, tutti con i capelli rasati come militari, salvo il più grande (dati del registro elettronico) con ciuffo e orecchino alla moda, ben vestiti, anche con abiti firmati, come ogni coetaneo. Vengono accompagnati e ripresi gratuitamente. E gratuita, come in ogni istituto statale, è la permanenza all'interno della "scuola per ciechi", così si chiama a tutt'oggi, dove a frequentarla sono soprattutto vedenti con altre criticità. Giugno. Tempo di consiglio di classe/interclasse finale (troppo tardi!), contestualmente agli scrutini (Dirigente scolastica non presente, ne fa le veci la coordinatrice Arianna Coccia). Esami di Stato: nessuno degli alunni dovrà sostenerli! Qui la linea-guida da anni è trattenerli in questa scuola il più a lungo possibile nell'interesse di tutte le parti in causa. Ma bocciarli a oltranza, senza tener conto di progressi, autostima, meriti individuali, è davvero nel loro interesse? Gli alunni non hanno tutti le stesse criticità e gli stessi disagi psichici. Ripetuto ad ogni nome: "lei/lui va bocciato", "lei/lui va promosso" a prescindere da tutto. Mi sono opposta e rifiutata di firmare. La Preside sta studiando e proponendo delle soluzioni anche per questo, in vista di una ridefinizione del "profilo" di questa scuola hybrid. Ma intanto ciò che è stato fino ad oggi è un fatto. C'è chi sale (due alunni, uno mai conosciuto perché non hanno coinciso i nostri orari) al terzo piano in orario scolastico mattutino, dall' Istituto Serafico, ma la scuola, che ha sede in questo Centro di eccellenza per "attività riabilitativa, psicoeducativa e assistenza socio-sanitaria per bambini e giovani adulti con disabilità fisiche, psichiche", non ne è parte. È passata di qua la Presidente della Regione Stefania Proietti, ne hanno parlato i media locali e si sono viste immagini belle e gioiose dell'Istituto Serafico, però non è passata al III piano dove hanno sede, al suo interno, la Scuola Media Speciale Statale e la Primaria. Era sabato, l' 8 marzo 2025, Festa delle Donne, e la scuola è chiusa. Ho poi cercato di intervistarla in merito, tramite una collega, ne sono testimoni alla sede dell'Ordine dei Giornalisti dell'Umbria, ma finora invano. Ho seguito a Perugia un corso di Formazione continua il 13 giugno a Palazzo Cesaroni sul Nuovo Codice Deontologico per giornaliste e giornalisti, in vigore dal 1 giugno 2025, tenuto da Paolo Giovagnoni, consigliere del Consiglio di disciplina del Consiglio Nazionale Ordine dei Giornalisti e capo ufficio stampa del Consiglio regionale Umbria. A fine corso mi sono confrontata su quanto vissuto, scritto, condiviso e pubblicato on line, chiedendo io stessa lumi in merito.
E a onor del merito, va detto, la coordinatrice Arianna Coccia, docente di attività pratiche speciali, che all'Unipg ha frequentato la triennale in Psicologia (filosofia e scienze e tecniche psicologiche), ha discusso il 10 giugno 2025 la tesi del Tfa sostegno, dopo aver frequentato le lezioni il fine settimana a Roma, con l' UniCamillus, Università medica (appunto!) fondata nel 2017, apprendo l'11 giugno in sede di scrutinio al III piano del Serafico, e poi via social. Arianna, lo hanno sottolineato più volte lei stessa e il collega di attività pratiche speciali, è come la madre membro del Lions Club, che ha finanziato lo scorso anno il Plesso Ciechi e quest'anno un'aula relax, "di distensione", di una scuola dell' Istituto Comprensivo Assisi 1, apprendo dal Collegio docenti unitario il 30 giugno 2025. Che dire...mi raccomando, salutami i Lions, ne conosco alcuni bene...sebbene a suo tempo preferissi i membri del Rotaract...pur non appartenendo a clubs, associazioni o "consorterie" che dir si voglia...
Inclusività (cfr.https://elisabettaberliocchib.blogspot.com/2023/10/reportageinchiesta-scuola-e-liberta-di.html ), ha ragione quella mamma di uno dei nostri alunni: sono solo belle parole, nella pratica non attuate. Lei ha fatto riferimento alla "scuola normale", come l'ha definita, dove quasi tutti questi ragazzi sono transitati, io mi chiedo invece se questa, la "scuola speciale" pubblica, sia la soluzione giusta o non si perda di vista il vero obiettivo: il diritto allo studio. Esiste la scuola. Punto. O è scuola, o è qualcos'altro. Da parte della Preside, che da poco ha avuto "l'onore e l'onere" di occuparsene, buoni propositi, buona volontà, contatti già presi in alte sfere politiche a livello nazionale, e presso l'Ispettorato (così ha riferito durante i Collegi di Istituto comprensivo e, prima, in separata sede), ma a mio avviso non basteranno. Non è facile metterci le mani, è materia incandescente. E intanto?...E intanto faccio girare il banco a un alunno, e lui mi aiuta, perché se è contro il muro (tutti i banchi sono contro il muro) non può vedere la L.I.M. e il logo dei Carabinieri, la fiamma rossa e nera, di metallo sul cappello, che deve, vuole disegnare (lui di voglia di fare ne ha tanta!!!). Se il banco è contro il muro non può vedere il viso dei compagni e quello dei docenti. E gli spiego a voce con semplicità, poche parole, mentre vede i Carabinieri alla L.I.M. nelle aule con gli alunni, che la violenza a scuola non deve esserci, perché c'è un modo giusto di rapportarsi agli altri, difendersi. E gli spiego chi sono i bulli che agiscono di solito in gruppo contro uno (questa è debolezza, non forza; spalle coperte, pensano di non essere puniti). E gli spiego che, nonostante vadano fermati, vanno pure aiutati, perché da qualche parte la violenza è arrivata contro di loro. E insisto nel dire che male agli altri non si fa, né con parole, né con spinte -pericolose-, botte, tirate di capelli, pizzichi, lanci di oggetti...qui come altrove messi in atto da maschi e femmine contro loro stessi, compagni, docenti. E che non bisogna subire in silenzio o rispondere a un pizzichino con uno spintone, ma va detto a insegnanti, genitori che, essendo adulti, risolvono la situazione. Lo ripetono le Forze dell'Ordine, a disposizione sempre e nei casi segnalati. E per semplificare accanto a quella fiamma scrivo in nero: "a scuola no alla violenza". E lui, di sua sponte, lo ripassa con il rosso. Bravo! Mi chiede spesso di fotografarlo (visto che fotografo puntualmente) con i suoi lavori in mano, di mandare le foto alla madre, ne è soddisfatto, ne va fiero, e vuole riportarli alla mamma, a casa, altri li appendiamo in aula insieme e ciò lo rende felice ed orgoglioso. Perché bravo va detto, con la voce, con i numeri, con il registro elettronico, ai colloqui, nelle pagelle, con la promozione. Anche qui. Sì, bravo, ma chi non vuole o non può fare niente in una scuola siffatta? E poi dalle finestre, insieme, il 10 aprile abbiamo visto le poliziotte (chi persino con l'épée, la spada) e i poliziotti arrivare in divisa nel nostro parcheggio e salire fino alla Basilica di San Francesco, che si vede oltre le finestre con le catene, per festeggiare sotto il sole il 173° anno della Polizia di Stato. E poi mi viene in mente una canzone di Giorgio Faletti..."Minchia signor tenente!" (https://youtu.be/dOPmX4A6G2g?si=k5kzWarHnv8jbvbp). Trasite...trasite...
N.B. Alcuni progetti (indoor/outdoor...dedans/dehors) estremamente limitati nel tempo, interrotti mesi fa, tornano improvvisamente quasi alla fine, arrivano troppo tardi e non coprono tutto il resto. E c'è chi resta sempre dentro e indietro. E c'è chi per ore gira, vaga da una stanza all'altra, avendo come unico svago la L.I.M., con canzoni, cartoni animati, e scambi affettivi (spesso da contenere) con i compagni. E c'è chi per ore rimane sul materasso a terra oppure fermo in piedi girando tra le dita carta che fa a brandelli o una catena in plastica che fa un lieve rumore. E c'è chi per ore resta seduto in un angolo ascoltando musica rivolto verso il muro. E c'è chi guarda per ore da solo sul computer i video delle canzoni che ama come fosse in cameretta a casa sua. Quante cose esistono nel mondo della didattica, del sostegno e del design che qui sarebbero vitali per la psiche (mente e anima) e per la qualità di vita a scuola!! Bisogna contrastare la POVERTÀ VITALE in ogni modo.
5) Quella forza che ti impone di non stancarti nel ripetere anche solo una parola, più volte e in più occasioni, trovando il momento giusto, stando insieme, prendendo spunto da ciò che si ha attorno o da ciò che gli studenti dicono, amano, fanno muovendosi, lì dentro, liberamente...usando una metodologia applicata phigytal... (e questo l'ho fatto fino in fondo, fino all'ultimo, come documentato in itinere via social).
VOIX, perché è con la voce che si insegna e si apprende francese a scuola...E, salvo due o tre casi, dagli altri alunni non sento parlare francese, alcuni non parlano proprio, ma ascoltano, sentono, sorridono, disegnano, ripassano le parole con i colori, e mi guardano con dolcezza negli occhi...
Cloches...che siano delle campanelle musicali che tiene in mano uno studente o le campane della vicina chiesa, che si vede dalla finestra socchiusa per la catena, quelle del Serafico, di San Pietro, di San Francesco ...o quelle di Jingle Bells in aula alla L.I.M. ...il loro suono è incantevole e arriva a grandi e piccini superando barriere e mura...
Les flamants roses, che siano i fenicotteri rosa di peluche riportati dalla Camargue che qualcuno ha stretto a sé, o quelli di Milano, Cervia, del lago Trasimeno visti alla L.I.M., che siano quelli evocati dalla musica della scena del volo di Robert Redford e Meryl Streep in La mia Africa, descritti a voce come tutto il resto di ciò che appare in video, che siano quelli disegnati sul foglio da un alunno...l'effetto è di morbido apprendimento e incanto sinestetico...
...Sto facendo bene? non lo so, sto cercando di fare del mio meglio con quello che ho...questo mi sono chiesta e detta ogni volta al III piano dell'Istituto Serafico...
...E la strategia in sinergia auspicata e caldeggiata dalla Preside?...Non c'è mai stata, salvo alla fine di ogni quadrimestre, nel momento in cui i docenti si sono seduti ad un tavolo per scrivere (l'unico momento su una sedia, perché non ci siamo mai seduti, fuorché per tenere in braccio qualcuno) e, diciamolo, per dare una parvenza di scuola attraverso la redazione di documenti ufficiali, il packaging, a un "prodotto didattico inclusivo" che non c'è!
Intanto faccio semplicemente la mia parte, mi sono ripetuta strada facendo, come docente, come giornalista, come cittadina italiana ed europea...dirò di più, come mamma, perché qui l'essere mamma ha pesato molto e mi ha aiutata a svolgere al meglio il mio lavoro, sebbene in cuore, quando si denuncia o si prende netta posizione, si ha il timore che chi si ama possa subire ripercussioni ...
7) LE SEGNALAZIONI (a chi sono state fatte, e come, dall'inizio dell'anno scolastico ad oggi) e la CALL TO ACTION.
In qualità di docente:
- Ho informato la dirigente scolastica Maria Grazia Cecconi, attraverso qualche confronto di persona, sin dall'inizio, e varie pec mail (verba volant scripta manent), illustrando la situazione e facendo legittime recriminazioni, in corso d'opera, ma avrei tanto voluto avere un referente lì, sul posto, come quelli che ho avuto più volte e in più occasioni in precedenza, un leader capace per età ed esperienza di mettere in valore sul campo le varie professionalità in crescita e acquisite, di fare squadra con tutti, di prendere posizioni scomode, se necessario, senza temere di essere fatto fuori, un professionista di settore in grado di fare la differenza. Sì, ne ho sentito davvero la mancanza...perché altrimenti siamo solo monadi che vagano velocemente dietro gli alunni come quei "bucciottini" (gli avatars dei players) del video gioco Roblox, ...tanto lì dentro nessuno vede!
- Mi sono rivolta al Sindacato autonomo Snals di Perugia, informando a marzo e a fine contratto alcune referenti, in particolare l'avvocato Rosa Maria Caruso, su quanto stava accadendo alla secondaria di primo grado dell' Istituto Comprensivo Assisi 1 con sede presso Istituto Serafico e sulla mia situazione (oltraggio a pubblico ufficiale e frattura del menisco).
- Ho fatto persino un salto al Tar (Tribunale amministrativo regionale per l'Umbria) con l'intento di chiedere quale potesse essere la via giusta da intraprendere dinanzi ad una situazione così anomala, ed ho trovato qualcuno con cui interloquire.
- Ho segnalato l'illecito all' Ufficio scolastico regionale per l'Umbria, inviando pec mail (drum@postacert.istruzione.it) e mail (12/07/2025) alla cortese attenzione del dr. Francesco Mezzanotte (sono andata lì per avere un nome o incontrare qualcuno, altrimenti resta tutto sulla carta...e si rischia di far svanire il caso come goccia nel mare magnum della burocrazia, sollevando i singoli da ogni responsabilità).
In qualità di giornalista, ho chiesto un parere in via informale su quanto visto, vissuto e testimoniato a chi mi ha gentilmente concesso del tempo:
- una giornalista che oltre ad essere vice presidente dell' Ordine dei Giornalisti dell'Umbria, ha curato per l'OdGU i rapporti con la scuola, Donatella Binaglia (toccato l'argomento in occasione delle votazioni in sede per il rinnovo delle cariche, nell'attesa... ).
- un giornalista che è consigliere del Consiglio di disciplina del Consiglio Nazionale Ordine dei Giornalisti e capo ufficio stampa del Consiglio regionale Umbria (a fine corso deontologico di formazione continua), Paolo Giovagnoni.
- un avvocato che è professore all'Università degli Studi di Perugia e giornalista, da anni consulente giuridico dell'Ordine dei Giornalisti dell'Umbria, Simone Budelli (in aprile)
In qualità di cittadina , mi sono rivolta a:
- un avvocato che è Garante regionale dei diritti delle persone con disabilità, Massimo Rolla, al quale ho scritto una pec mail (26/06/2025)
Sono in procinto di segnalare la situazione a:
... (appena fatto, inserisco chi)
Ma voglio chiudere per ora con l'immagine in copertina, qualcuno alla guida di un aereo che tiene con un braccio e una mano la Costituzione della Repubblica italiana sventolata ai quattro venti come una bandiera...un uomo alla guida di un aereo giallo e nero su fondo ocra dorato...perché mi piacciono i "lieto fine"...quelli veri!!! ...E aveva ragione Tonino Guerra, il poeta..."l'ottimismo è il sale della vita"!!! ...Sapete da che film è tratta? MISSION IMPOSSIBLE!! È davvero una mission impossible, o forse è meglio seguire le parole di San Francesco (citazione trovata nel cartiglio dei Baci Perugina)? ..."tu inizia col fare ciò che è necessario, poi continua col fare ciò che è possibile, e ti ritroverai a fare l'impossibile"...
..."FREE LANCE È BELLO, nonostante tutto"!!!...E scrive Albert Camus: "J'ai fait beaucoup de métiers, par nécessité ou par goût, et il faut croire que je suis tout de même arrivé à les concilier avec la littérature puisque je suis resté un écrivain. J'ai même l'impression que c'est à partir du moment où je consentirai à être seulement un écrivain que je cesserai d'écrire ..."
...L'avevo specificato via social...da subito...che era una "CALL TO ACTION"...e qualcuno che sa... ha già risposto...Le parole hanno un peso. E le firme pure! "...
Chi viene tempestivamente ad aiutare, progettare e attuare un intervento radicale, alzi una mano o un dito!!!
8) IL DOMANDONE, a questo punto: SCUOLA MEDIA STATALE SPECIALE (secondaria di primo grado parte dell'Istituto Comprensivo Assisi 1, presso Istituto Serafico, e in precedenza parte del liceo Properzio), A CHI SERVE UNA SCUOLA PUBBLICA COSÌ?
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