B) Viaggio nel legno. MARC SADLER, quando le strade erano silenziose e rivestite di legno

B) VIAGGIO NEL LEGNO, tra pavage wooden/pavé en bois, design e produzione industriale

Parigi, Londra, New York ottocentesche docent! Et voilà Trafic...contemporaneamente

Marc Sadler, quando le strade erano silenziose e rivestite di legno

Dall' École nationale supérieure des Arts Décoratifs alle piste da sci, il lavoro a Milano e nel panorama internazionale. Approda a
Perugia il vincitore, ben quattro volte, del Premio Compasso d'Oro e ai microfoni di Andrea Margaritelli si racconta

di Elisabetta Berliocchi Bi-star-Elli




"Les conducteurs dormaient, invisibles; les chevaux marchaient d'un pas égal, suivant la voiture précédente, sans bruit, sur le pavé de bois. Devant chaque lumière du trottoir, les carottes s'éclairaient en rouge, le navets s'éclaraient en blanc, les choux s'éclairaient en vert..." 
È lo scrittore e giornalista Guy de Maupassant ad evocare le pavé en bois o pavage (parola sia francese che inglese) wooden, sistema di pavimentazione in blocchi di legno nato in Russia nel XIV secolo ma portato in auge a Londra, poi a Parigi e New York, nell'800. Lo fa in La Nuit, novella fantastica apparsa nel 1887 in Gil Blas, nel 1888 nella seconda edizione aumentata della raccolta Clair de lune. Racconta di un uomo che scivola poco a poco nella Senna e muore folle, senza poter risalire, senza sapere perché. Con poesia e realismo Maupassant descrive il traffico di cavalli e carrozze silenzioso sulle vie ricoperte di varie essenze. I blocchi perfettamente uniti, contrariamente al manto stradale in pietra, più rara, irregolare, rumorosa. Queste notizie si trovano su wikipedia ad vocem, in siti di settore, e magari nei quiz o cruciverba. Allora perché prendere l'auto e arrivare fino a Ponte San Giovanni (Perugia) presso lo showroom Listone Giordano e ascoltare direttamente dalla viva voce di Marc Sadler e Andrea Margaritelli la presentazione di "una nuova superficie in legno che reinterpreta in chiave contemporanea le pavimentazioni in fibra di testa"? Già, perché...Motivi personali/professionali a parte, perché la cultura è un'altra cosa. Cultura è ciò che costruisci mattoncino su mattoncino con anni di studio, ricerca, lavoro, vissuto. Cultura è stare ore, giorni, mesi, anni, su libri cartacei o documenti digitali, è stare in aula, vivere musei, conferenze, tavole rotonde, festivals, meetings, expo...Cultura è ciò che ti trasmettono un docente, un esperto, un maestro, i compagni, i colleghi, gli amici, la famiglia, perché dal farlo insieme non si può prescindere. Cultura è ciò che respiri da un luogo, da un ambiente ove trascorri del tempo, come quello passato all'Università. Ti restano addosso. Cultura è il nutrimento della psiche (mente e anima) che ti rende curioso, ti spinge al sapere e ti fa sentire che senza quel nutrimento muore una parte di te. Cultura è l'avventura della conoscenza che ti sprona a compiere "viaggi" che ti rivelano a te stesso e agli altri. Cultura è afferrare le occasioni di apprendimento che si presentano sul territorio e cercarne altre altrove, è ascolto, emozione, palpito, metabolizzazione di quanto appreso, sentito, è apporto personale. Cultura è ciò che tocchi, vedi, annusi, odi, assapori, è ciò che esperisci con il corpo. Cultura è la consapevolezza dell'importanza di bellezza, gentilezza e rispetto nella quotidianità di ognuno e di tutti. Cultura è lo scambio fecondo interdisciplinare tra persone, che ti fa crescere a qualsiasi età o livello tu sia. Cultura è condividere passioni comuni, esperienze diverse, punti di vista, dimensioni internazionali e locali, è il piacere di stare bene insieme...lo stesso motivo per cui si è tanto sofferto in periodo Covid, perché a scuola e nei luoghi del sapere, che è anche agire, fare, bisogna andarci e starci...starci bene. Cultura è scuola di vita. Ed è bello esserci. Cultura è una successione di "attimi" che fanno ciò che sei.


















...ci sarebbe molto da dire partendo da questo accento cromatico, gli scarponi...

...pensavo che avrebbero parlato in inglese, speravo in francese, in realtà lui conosce benissimo l'italiano, con inflessione e modi "bobo", ça va sans dire...
















..."leggermente fuori fuoco"...


...eh sì, il pavimento è in cemento, altrimenti in parquet sarebbe stato ridondante ...



...repetita iuvant...

...una cosa è fotografare e usare uno o due dita sul touchscreen per vedere ogni dettaglio, altra cosa è sfiorare, accarezzare la superficie lignea respirandone l'odore dell'essenza...

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