"Trame d'acqua" e panzanella, palamita e calamita..."con i miei colori annullo il buio della vita"!

Reportage. I pigmenti della natura, della cronaca, dell'arte

Lungofiume, lungolago, lungomare... tra déjeuner sur l'herbe, cena con delitto e "sandstorm", escursioni sotto il sole, snorkeling e discese in miniera

Trame d'acqua e panzanella, palamita e calamita
..."con i miei colori annullo il buio della vita"!

Da Villa Taticchi all'Innamorata, da una residenza d'epoca in Umbria a una baia leggendaria dell'Elba, fino ai misteri del tormentato Trasimeno, della "Signora volpe" e del "Barlume"

di Elisabetta Berliocchi Bistarelli 



At lunch. C'ero stata a pranzo per la festa dei morti anni fa. Strano modo di passare una ricorrenza religiosa. L'idea non fu mia. Questa volta invece sì. Per trascorrere ore liete in famiglia, in occasione del mio compleanno, mi è tornata alla mente e al cuore Villa Taticchi, una di quelle residenze d'epoca che non puoi dimenticare, vuoi per la location, immersa nel verde e in riva al fiume Tevere, vuoi per il continuo dialogo tra passato e presente, vuoi per l'alone di mistero oggi alimentato, sapientemente, da chi vi abita. Cercando on line si trovano immagini e informazioni ( https://www.villataticchi.it ). Nulla di paragonabile a ciò che si può provare standoci. 


















È bello lasciarsi trasportare dalla voce narrante delle padrone di casa, Francesca e la figlia, che ci portano à rebours, indietro nel tempo, attraverso personaggi storici della propria famiglia e del nostro territorio, a caccia di eventi tutti da scoprire. Un po' come le "cene con delitto" alle quali, a cadenza regolare, siete tutti invitati. Personalmente non vi ho mai partecipato, nemmeno quando erano oggetto di studi immersivi sulla promozione turistica. Ma, a volte, ti ritrovi al centro di ciò che non ti aspetti senza averlo deciso e persino senza saperlo. Accanto, lungo la strada che conduce da Ponte Pattoli a Resina e alle uscite della E45 (verso Orte/verso Cesena), vi sono un maneggio, Centro ippico e associazione Save, e il Pattol Club con piscina, beach volley, campi da tennis e da calcetto, bar, ristorante. Basta superare il cancello di ingresso o il portone di accesso alla dimora storica per ritrovarsi in una dimensione sospesa, rarefatta, che però guarda avanti, come attesta l'evento Futurando in calendario il 16 e il 17 settembre appena trascorsi.







Proprio questo settembre che volge al termine, su Canale 5, ecco nella sua seconda stagione la fiction tv Signora Volpe, ambientata in Umbria tra Perugia, Panicale, Magione e il Trasimeno. Protagonista una ex spia britannica alle prese con i misteri del lago. Misteri che affondano le radici nella cronaca nera, narrati negli anni e sui quali si continua a indagare tra Umbria e Toscana. Nella serie, durante alcuni scavi archeologici, in un'antica villa riemerge il cadavere di una donna...un cold case da risolvere che ha inciso profondamente nel vissuto degli abitanti del paese. 




Un po' come accade con I delitti del BarLume, usciti dalla penna di Marco Malvaldi, nella versione cartacea, e divenuti una serie tv andata in onda su Sky. Nella località turistica di Pineta (in realtà Marciana Marina, isola d'Elba), con l'ausilio di alcuni nonnini, si indaga su certi crimini. Nel cast, diretto da Eugenio Cappuccio, anche l'attore perugino Filippo Timi (Massimo Viviani). Il film diventa occasione di promozione del territorio, strizzando l'occhio ad Amici miei di Mario Monicelli (autore dell'indimenticato Il Marchese del Grillo), immergendosi in un viaggio nella bellezza del Bel Paese. A fare da scenario sono infatti la Torre degli Appiani, l'incantevole Borgo del Cotone, altri caratteristici scorci, suggestivi coni visivi...e soprattutto il mare con le sue inesauribili gradazioni e le cangianti sfumature. Novità, per la nuova stagione si gira pure a Piombino. Del resto le locations dei film (a Roma, ad esempio, proprio di Alberto Sordi) da tempo sono mete di precisi itinerari turistici tra cinema, "buon vivere" e opere d'arte.





La vacanza è experience. Il turista è un viaggiatore. La promozione del territorio è cinema. Gli abitanti del luogo diventano essi stessi attori e trovano quei famosi quindici minuti di celebrità, che preconizzava Andy Warhol, talvolta qualche "spicciolo". 

Turismo-Territorio-Factory...Si azionano persino cacce al tesoro, challenge, usando il cellulare attraverso geolocalizzazione, app... La vita diventa gioco, spesso phygital. E il gioco diviene vita. La legge sulla privacy, aggirata. L'etica, un termine desueto da non pronunciare. La sicurezza, a rischio. Siamo sempre connessi ed apriamo, a volte inconsapevolmente, porte nel web, "ponti-radio"...Il linguaggio, come nel call & response del jazz, si fonda su parole-chiave, "parole in libertà", scomposizione e ricomposizione di sillabe a formare significati "multistrato" di una frase, jeux de motsrébus à deviner. Oggetti, parole, pubblicità, citazioni d'autore...rimandi che hanno risonanze nella vita reale, dalla quale traggono ispirazione. Tutto è video. Videogioco pure il turismo. Ci sono livelli di comprensione e di gioco da raggiungere che incidono sull'interazione on line e off line. C'è quindi un codice da decriptare. Ci sono cose da ascoltare, guardare e fare. Giochi di società, giochi di ruolo. C'è  un punteggio. Ci sono premi. C'è un filo conduttore, una trama principale ispirata a personaggi storici o viventi di rilievo, che s' interseca con altre micro storie, e attorno ad essa tutto ruota come una porta intorno al perno. Storie, piccoli e grandi accadimenti che prendono l'avvio da fatti concreti, talvolta spontanei, talvolta creati a regola d'arte. 

È tutto una questione di rete, di network, anche nel turismo e negli eventi g-local...reti con le quali si prendono pesci, reti che ci mettono in connessione globale, reti dei "pescatori di anime" che attirano pellegrini e ci attirano verso Dio, o reti dalle quali a volte capita di farsi irretire, magistralmente squarciate nella scultura di Francesco Queirolo Il disinganno, commissionata a Napoli nella cappella di famiglia dal principe Raimondo di Sangro, colto mecenate, "inventore, esoterista e massone" (wikipedia ad vocem). 
E l'Umbria e la Toscana sono terre in cui, è innegabile, massoneria ed esoterismo (porta aperta verso altro) imperano. Ci sono mondi e situazioni ai quali è bene non avvicinarsi. Lo dicono i preti. Lo dice la cronaca. Lo dice chi c'è "incappato". E non c'è gusto del mistero che tenga. Certe pericolose "discese agli inferi" di dantesca memoria vanno evitate.



A me viene in mente
Trame d'acqua, il titolo di una serie di opere realizzate con i colori acrilici da Antonio Raggetti, un "pittore alchimista". Viveva a San Martino in Campo per lo più, in provincia di Perugia, e ora non c'è più. La consistenza dell'acqua lui, in un certo qual modo, ha reso possibile trattenerla sulla tela dipingendola.


Ricordo anche un'altra sua opera, la
Venere del Trasimeno...
Trame d'acqua ...questo titolo, oggi, mi fa pensare a qualcosa di inafferrabile, quasi fosse il manifesto programmatico di un sistema di stampo mafioso che allude, consapevolmente, all' indimostrabilità della propria colpevolezza, all' impunità conclamata, ad un metodo consolidato che passa, fa danni (come la grandine, come la cronaca dei recenti "eventi atmosferici" attesta) e quasi non lascia tracce. Già, quasi... c'è di mezzo quel "quasi" che fa la differenza. Un po' come accaduto a Matteo Messina Denaro, latitante finché vissuto in "caverna" (È il suo testamento: Roberto Saviano racconta l'ultimo interrogatorio di Messina Denaro (fanpage.it)


Trame è anche il nome del Festival di libri contro le mafie che lo scorso anno ha avuto in Calabria, quale ospite d'eccezione, Roberto Saviano, spesso in Umbria. Il suo intervento di grande spessore, che in questo caso non fa riferimento a partiti o alla situazione personale in atto con gli attuali esponenti del Governo, è tutto da ascoltare. Vale la pena prendersi un'ora di tempo e farlo, un po' di più se ci si vuole fermare a risentire attentamente alcuni passaggi, magari prendendo qualche appunto che resta a futura memoria e ad maiora:  https://www.antimafiaduemila.com/home/mafie-news/261-cronaca/90311-festival-trame-11-saviano-tema-mafia-scomparso-dal-dibattito-politico.html
E a proposito di "omo de panza, omo de sostanza" (noi umbri di panzanella ce ne intendiamo, riproposta soprattutto in estate: pane imbevuto d'acqua, strizzato e frantumato a mano, con pomodori tagliati, olio, sale e, per chi gradisce, cipolla)...torniamo sui lidi toscani ad assaggiare una prelibatezza elbana, nei pressi di piazza della Vittoria (location del BarLume). Addentrandoci nei vicoli di Marciana Marina, scopriamo chi, sistemando le reti, propone sottovetro, a prezzi tutto sommato modici, tonno e palamita sott'olio, tipica dell'Elba (Ricetta della palamita sott'olio (infoelba.it), proprio accanto ad un elegante antro espositivo, la Galleria d'arte contemporanea "Gulliver". In mostra ballerine curvy e oversize: bionde, con un tocco chic e, come background, l'eco delle rappresentazioni di artisti che hanno scelto étoiles e danseuses di fila quale soggetto prediletto delle proprie opere. 






Un viaggio, dunque, tra i presidi slow food, attraverso cinema e fiction. Già, perché sicuramente Stefano Fresi (nel film Giuseppe Battaglia) avrà qualche suggerimento in merito da offrire agli avventori del BarLume, un nome che è tutto un programma...più illuministico che a lume di candela. O forse entrambi... E al cast di stanza al mare non sarà sfuggito questo angolo di arte culinaria e scultorea tra i vicoli, in realtà assai informale.

Calamita Cosmica, Folignofoto d'archivio




Ma se proprio vogliamo giocare su assonanza, sillabe, lettere e simboli, ecco che dalle profondità del mare, possiamo scendere nelle profondità della terra, grazie agli itinerari turistici volti alla riscoperta delle miniere dell'isola. E dalla palamita si arriva alla calamita. Da noi, in Umbria, "ci s'ha" la Calamita Cosmica (https://www.calamitacosmica.it/), da noi in Toscana "ci s'ha" la miniera di magnetite, per lo più, la più antica dell'Elba! (Miniera di Calamita a Capoliveri (infoelba.it)














...fuori fuoco...









Un luogo suggestivo, carico di storia ancorata al territorio e alle vicende di chi da qui ci è passato e ci ha sudato (i minatori), come ci spiegava la guida, elbano doc. Strettamente legata alla miniera è la Spiaggia del Cannello, una passeggiata di due chilometri dal parcheggio di fronte al museo fino a questo lido. È altrimenti raggiungibile in barca. Il percorso trekking che consiglio è quello che parte dalla Spiaggia dell'Innamorata e arriva appunto alla Costa dei Gabbiani (il golfo tra Punta Calamita e Punta dei Ripalti). Si contraddistingue per la sabbia nera e le grandi pietre chiare. Una spiaggia in b/n! 
Ma... a proposito...perché si chiama Spiaggia dell'Innamorata? Perché proprio lì, secondo la leggenda (La Leggenda dell'Innamorata - Capoliveri (isoladelba.online) ), in quella "Cala de lo ferro" (così era chiamata per la vicina miniera della Calamita), rifugio segreto per quell' amore osteggiato, trovarono la morte in mare Lorenzo, ucciso dai pirati, e Maria, che si tuffò tra i flutti per seguire l'oggetto dei suoi desideri, gettato in acqua esanime, e lasciò come unica traccia di sé la "ciarpa", il suo scialle. Nel XVII secolo don Domingo Cardenas, nobile spagnolo decaduto, ebbe una visione e, nei racconti dei pescatori, riconobbe la figura femminile da lui intravista di notte tra bagliori luminescenti. Decise allora, da quel giorno, di far accendere "mille torce per illuminare a giorno la spiaggia e permettere a Maria di ritrovare il suo Lorenzo". Tradizione ripresa, ogni 14 luglio dal 1985, grazie a Michelangelo Venturini, artista del quale ho potuto fotografare le opere, stando piacevolmente seduta a cena lungomare insieme alla mia famiglia, in questa caletta da sogno. 


...chiesa dedicata all'Assunta a Capoliveri...



(E proprio qui mi doveva portare mio marito?! Tanto bene in occasione della ricorrenza...Quest'anno ho proposto la Toscana, senza indicare un luogo preciso, e siamo tornati, dopo circa dieci anni, all'Isola d'Elba. La prima cosa che ho pensato, vedendo la rievocazione storica lungo la riva con il corteo e la fiaccolata, è stata: "Sembra una processione sacra per l'Immacolata, non per l'Innamorata! Magari ci fosse tutta questa gente, ci fossero tutti questi giovani per la Madonnina e Gesù!". A quelle sono abituata, e infatti al rientro non ho mancato l'appuntamento in parrocchia per la Processione dedicata a Maria, Madre di Gesù e della Chiesa. Poi, dentro di me, rimuginavo: ma con tutto il "mascariamento" (termine spiegato da Paolo Borrometi) che vivo, su di me, su mio padre, su ciò che scrivo e insegno, con tutto quel fumo gettato negli occhi -storie presunte, storie riesumate da un passato remoto, storie inventate, storie ingigantite, storie raccontate male, emozioni e sentimenti violati, leggende metropolitane, cose che non ho vissuto o che non ricordo, damnatio memoriae su ciò che conta...- proprio qui dovevamo capitare???!!! Non bastavano Agilla e Trasimeno e quel guastafeste di Turreno...https://perugia.esn.it/?q=it/blog/il-pianto-di-agilla-la-leggenda-del-lago-trasimenoCi volevano pure 'sti due a Capoliveri, Maria e Lorenzo. Non bastavano Cristalda e Pizzomunno e Max Gazzè a Vieste...E pensare che io, lo scorso anno, volevo raggiungere a tutti i costi la Spiaggia dei Sassolini a Scauri (Latina), dove hanno girato Il conte di Montecristo con Gérard Depardieu e Ornella Muti, e ascoltare Roberto Saviano in quel meraviglioso teatro romano di Minturnae, a cielo aperto, con quelle scenografie non casuali https://fb.watch/nlcFd5Br74/... e gira che ti rigira non è stato possibile, sebbene proprio quel giorno tornassimo dalla Calabria. Siamo passati, per il rifornimento del metano, attraverso Pizzo Calabro, provenendo non dalla zona di Crotone, che avevo segnalato, ma per l'esattezza da Capo Vaticano!!! Neanche fossi io il "filo conduttore" della promozione del territorio o di chissà quale diavoleria, progetto uscito dalla mente del "deus ex machina" di turno...)





































..."Con i miei colori annullo il buio della vita", confida all'inchiostro e ai pigmenti Michelangelo Venturini...
E con queste foto, e qualche divagazione personale scritta appositamente in carattere più piccolo (chi vuole può saltarla), passo e chiudo il reportage.

...à la prochaine...

E.B.B.


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