#SEED360. Un progetto molto molto spirituale... MICHELE DE LUCCHI, IL SILENZIO, L'ARCHITETTURA e LE NOTE
#SEED360. Design Actions for the Future. PERUGIA e ASSISI, un progetto molto molto spirituale... MICHELE DE LUCCHI, IL SILENZIO, L'ARCHITETTURA e LE NOTE
di Elisabetta Berliocchi Bistarelli
Voglio scrivere subito. Di getto. Lasciando libero corso alle emozioni. Non c'è niente, più della musica, che riesca a far emergere ciò che abitualmente tengo a freno. La musica, il silenzio e il dialogo tra anime che non ha bisogno di parole. Mi ha fregato! Ho tenuto duro fin quasi alla fine, ma... mi ha fregata! Ho scritto un tweet, due volte, la prima senza salvarlo...e già da lì dovevo intuire. E mentre scrivevo, ascoltavo e fotografavo (sono giornalista!, non architetto...forse però mi merito il titolo di "architetto della comunicazione ad honorem"...) lui parlava dei cellulari e di come bisognerebbe lasciarsi prendere da ciò che viviamo in quel preciso momento che stiamo vivendo. E lo dice a me?!!! Lui chi? Già, lui chi...No, non Andrea Margaritelli, il mio docente e, in un certo senso, "mentore", bensì Michele De Lucchi, l' archistar, anche se, mi par di capire, lui rifugge certe etichette. Per me SEED360 a Perugia si chiude qui. Non credo che altri eventi potranno toccare la vetta raggiunta questa sera. L' acmè (dal gr. ἀκμ ή «punta»). Non sono un tipo suggestionabile, ma mi piace lasciarmi coinvolgere da persone, cose, momenti. E questo momento è stato intenso. In realtà sul palco c'era pure un musicista e biologo, che studia le cellule e suona il pianoforte, Emiliano Toso. Lui ha dato il colpo di grazia, con le sue note rarefatte e la richiesta "niente applausi" per lasciare la scia delle note nel silenzio. Poesia... A suo tempo chierichetto, e un po' lo sembra ancora, dimostra meno dei quasi 50 anni che ha. No, tranquilli...non sono rimasta soggiogata né plagiata d'emblée dal fascino e dal carisma sciamanico (del resto qui a Seed si parte da Beuys) che indubbiamente Michele De Lucchi ha, né però è mia intenzione prendermi gioco, con i ferri del mestiere, di chi ha scritto la storia dell'architettura, del design, del disegno, della cultura del progetto...della multidisciplinarietà. No, non sono diventata un' "adepta". Quello che posso dire è che ho sentito dalla platea le sue parole, il suo silenzio, il suo sguardo. Comunicazione. Vibrazione, come quella prodotta dai tasti bianchi e neri di quel pianoforte Yamaha sul palco. Rarefazione. No, non sono andata sotto il pianoforte per sentire più forte quella vibrazione. Tutti sono stati invitati a farlo. Sono stati esortati a distendersi sotto il pianoforte e intorno, sui listoni. Un'intera platea. Molti hanno aderito. La maggioranza. Io no. Sono sprofondata nella mia poltroncina, non per la vergogna, ma per sentire "fuori campo", come piace a me, a distanza, quasi in intimità ma tra la gente, ciò che viene offerto al pubblico. Ricordo un concerto, di un quartetto (violino, flauto e clarinetto) contando il maestro Sciarrino. Lo vidi e ascoltai dal graticcio delle luci. Sì, proprio sul graticcio ligneo delle luci c'eravamo arrampicati. Mi ci portò una persona a me cara. C'è sempre un certo margine di rischio. Eravamo al Festival delle Nazioni di Città di Castello, tanti anni fa, ed eravamo gli organizzatori della Sezione Cinema, nazione ospite la Francia. Il fondale scenico era firmato niente di meno che da...Alberto Burri. Ma qui siamo a SEED...Il pianista-scienziato ha poi chiesto a tutti di prendersi per mano, un gesto di pace e fratellanza. Ho pensato: " 'gne 'a posso fa!" E infatti non mi sono mossa da dove ero. Sono solo sprofondata un po' più giù, in segno di partecipazione e coinvolgimento emotivo. Mi sono lasciata rapire dalla musica, e a un certo punto...credo che la ferita si sia riaperta...Per pudore, sentendo salire le lacrime agli occhi e pensando, come Roberto Saviano, se inizio a piangere... il mare delle mie lacrime mi sommergerà...sono uscita di corsa...e tutto in me si è fermato... sull'eco delle ultime note, prima degli applausi...come Cenerentola, senza farmi accorgere dal Principe, dal Re...che ha già la sua Regina...come io ho già il mio Principe, il mio Re...
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