"Il giornalista che guarisce chi tocca", secondo padre Antonio Spadaro e il Papa

"Il giornalista che guarisce chi tocca", secondo padre Antonio Spadaro e il Papa
#PerugiAssisi. A proposito di "Guerra e Pace, due facce della stessa medaglia".

di Elisabetta Berliocchi Bistarelli


"Perché marciare di notte d'inverno?", domanda Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Marcia della Pace PerugiAssisi. "Perché significa mettere in gioco il proprio corpo, la propria fatica, la propria inquietudine. Attraverseremo il buio. Non solo quello di questa notte. Noi brancoliamo nel buio e non ne abbiamo la percezione. Non abbiamo capito la gravità di quello che sta accadendo. Nel dopoguerra c'era il desiderio che non accadesse più. Oggi siamo ancora dentro." Lotti prende la parola dopo l'intervento registrato di Paolo Borrometi, presidente di Articolo21, minacciato dalle mafie e sotto scorta. Interviene dopo che il presidente dell'Asu (Associazione Stampa Umbra), Massimiliano Cinque, ha ribadito il proprio (nostro) "No alle guerre e il sostegno ai colleghi che le guerre le raccontano fino a pagare con il costo delle vita. Lo fanno perché è il loro lavoro, ma anche per raccontarci la seconda faccia della medaglia. Pace e guerra, due facce della stessa medaglia". 


Ed è bene ribadirlo, oggi, davanti agli studenti del Liceo "Sesto Properzio" di Assisi presenti. Giovani generazioni che di video-giochi di guerra e persino di mafia, estremamente diffusi, realistici e coinvolgenti, hanno fatto spesso uno dei propri svaghi preferiti. Giovani però anche pronti a raccogliere le sfide del presente e dare il proprio contributo, come ascoltandoli si comprende. Lo dico da genitore e da docente, nella speranza che le loro ali non vengano spezzate e spazzate via da venti di guerra di ogni tipo e da esempi, degli adulti, che della propria prevaricazione vanno fieri, agendo nell'impunità. "La Verità infatti può essere occultata, manipolata…" ma "la realtà è superiore all'idea, all'idea che la guerra sia l'unico modo per difendere la libertà". "È la realtà che va raccontata, illuminata" anche attraverso "i numeri" giusti, sottolinea Flavio Lotti. "In 106 città italiane gli studenti di 128 istituti andranno a conoscere chi si prende cura degli altri nella nostra comunità. In occasione della Giornata della cura a Perugia incontreranno il Procuratore della Repubblica Raffaele Cantone e l'Arcivescovo Ivan Maffeis, saranno nella sede regionale Rai, negli ospedali, al canile…la cura è la via della pace. Vari i percorsi educativi. Domenica 21 maggio la Marcia della Pace sarà di giorno, fatta dai giovani: a loro i microfoni! Per una trasformazione del futuro..."
Il racconto delle guerre e le parole di Francesco: questo il tema sul quale riflettere. Moderatore e promotore dell'evento tenutosi in Comune è Giuseppe Giulietti, patron di Articolo21, che proprio oggi, proprio qui nella città serafica, passa il testimone al suo successore, Vittorio Di Trapani, nuovo Presidente della FNSI (Federazione Nazionale della Stampa Italiana) alla sua prima uscita pubblica. 
Più volte vengono citate la Carta di Assisi, che affonda le radici nel 2017 ( https://www.cartadiroma.org/news/manifesto-assisi-dovere/), e la Costituzione italiana insieme a Fratelli tutti di Papa Francesco, che Beppe Giulietti consiglia per Educazione civica, non omettendo la fonte originale, il Vangelo. 

"La violenza efferata è entrata nella narrazione. La crudeltà viene usata", afferma padre Antonio Spadaro. "E oggi sembra che la pace sia impronunciabile. Rifiutare ogni retorica bellicistica e ogni forma propagandistica che manipola la verità. Giornalisti: professione come missione." 
Si interroga e ci interroga Tiziana Ferrario, dal maxi schermo: "come abbiamo raccontato questa guerra che ci tocca da vicino? Lo abbiamo fatto in modo obbiettivo? Putin è l'aggressore di un paese libero. L'Ucraina è un paese aggredito. È l'invasione di una nazione sovrana. Informazione vs propaganda".
"Sono con le donne, i bambini, i civili morti ingiustamente", tiene a manifestare il proprio sentire il Primo Cittadino Stefania Proietti. "Sono qui per la pace." E cita i soldati russi fuggiti. "Cominciamo a fare alleanza tra i popoli".
A volte la vita può essere terribilmente drammatica, altre sorprendentemente esaltante. William lo ha testimoniato, attraverso di sé, raccontando in poche parole la sua vita, insieme a padre Enzo Fortunato.
-"C'è un incidente. Rimane in vita solo una sorella. In ospedale mi rapiscono e dal cuore dell’Africa mi trovo in un carcere in Libia. Dalla Guinea. E in carcere subisco quello che fanno alle donne." -
"E dopo tutto questo... lavori, costruisci mattoni, se vuoi scappare. In Sicilia, ospitalità non bella. A Roma ti costituisci. Portato nelle braccia dei tuoi operatori. E lui cosa dice?! Di non rinunciare a sognare.""Sognavo di fare il giardiniere e oggi faccio il giardiniere. Noi continuiamo a sognare un mondo di pace"

Parola, ma anche "silenzio". 
"Prossimità fisica".
"Andare al di là del rumore e della complessità".

È padre Antonio Spadaro a invitarci a farlo e ricorda le parole del Pontefice, nel suo intervento per concetti-chiave.
"Il Papa si è lamentato del silenzio sui conflitti dell’Africa. Ci sono guerre e guerre. La terza guerra mondiale è a pezzi. Questi pezzi si stanno saldando, segno tragico. Quando parla dell’Africa parla dell’Ucraina, della Siria…La comunicazione è un evento di prossimità fisica. Il Buon samaritano è il giornalista. Come fa un giornalista a guarire chi tocca? Ha una funzione terapeutica? 
1) Venire e vedere. Non basta riportare le notizie, bisogna dare la tridimensionalità. Stare con le persone, ascoltarle, incontrarle. Il Papa privilegia i generi dell’inchiesta e del reportage. Privilegiare giornalismo come racconto della realtà, laddove nessuno va, presuppone passione…Andare, vedere, ascoltare, essere presenti. 
2) Ascoltare con l’orecchio del cuore. Quanto siamo abituati ad ascoltare la vita degli altri che ci offrono le loro condivisioni, chiede il Papa. Stiamo perdendo la capacità di ascoltare chi abbiamo di fronte. L’ascolto. Consumare suola delle scarpe. Farci radar di ciò che avviene. Non si fa buon giornalismo senza ascoltare. Ascoltare a lungo. Disposti anche a cambiare idea rispetto all’ipotesi iniziale. Al di là dell’idea che hai nella tua testa. Bombardamento, stimoli: attenzione! 
3) Parlare con il cuore.  Che c’entra con il giornalismo il cuore? Crudezza dei fatti e dolcezza dei sentimenti. Il Cuore è radice e fonte della capacità di ascoltare e vedere. È ciò che ci ha spinto ad andare e vedere. Con cuore puro per superare rumore indistinto e discernere nella complessità dell’oggi. Andare al di là del rumore e della complessità." 
E noi raccogliamo l'invito di padre Antonio Spadaro, che poi è quello del Papa, che poi è quello di Gesù, "che lo si voglia chiamare Dio...o Amore, Pace, Giustizia, Libertà...", per citare uno spettacolo teatrale, parte di un progetto di beneficenza in territori di guerra e povertà, realizzato dal documentarista Riccardo Truffarelli insieme ad un sacerdote. Del resto pure Beppe Giulietti in apertura si è rivolto, come spesso fa, a "credenti, non credenti, diversamente credenti", perché "non dobbiamo essere «equo-distanti» ma «equo-vicini». Non puoi appassionarti solo a quello che ti è vicino." Certo che no!
Il Papa infatti "accoglie ombre e ambiguità" in nome di una "comunicazione che non fomenti livore ma aiuti le persone a riflettere pacatamente e a decifrare con spirito critico". No ad una "comunicazione polarizzata e ideologica. I cattolici sono chiamati con tutti i cittadini…", puntualizza il direttore di La Civiltà Cattolica. 
"La gente aggredisce il Papa", riflette Spadaro, "perché riporta la pace all’interno del discorso. Dovrebbe schierarsi e benedire armi e bandiere?! È quello che stiamo criticando a Kirill (il Patriarca della chiesa ortodossa di Mosca e di tutte le Russie, ndr) che in maniera assurda benedice armi e bandiere. Si dice che Biden rappresenta il Papa. L’assurdo". "Se persino il Papa è attaccato, il pensiero critico è a rischio!", esclama il Presidente uscente della FNSI, che ne resterà l'anima. 

È bello rileggere quanto dichiarato da padre Antonio. "Parlare con il cuore. Dialogo e riconciliazione laddove imperversa l'odio. Comunicazione non ostile. Vincere la volontà di screditare l'avversario. Pronti a rischiare per trovare terreno comune dove operare. Operare per costruire, non per distruggere. Il Presidente Sergio Mattarella ha parlato di sentirsi comunità e condividere i valori, pensarsi dentro un futuro da costruire insieme, avere sentimenti di fiducia…Papa Francesco e il Presidente Mattarella hanno idee convergenti."

https://www.ilgiornale.it/news/cronache/addio-maurizio-costanzo-1452813.html

E, mentre scrivo ascoltando il TG5 delle 20, nel corso di un'intervista rimandata in onda ora (venerdì 24)... sento che alla domanda "Cosa conta?"...Maurizio Costanzo risponde "Vivere!"... Lui, sfuggito ad una bomba della mafia, lo sa bene. 
"Maurizio Costanzo è vivo!", commenta Vittorio Sgarbi. "E non nel ricordo, ma perché quello che ha fatto non può morire, continua a vivere". 
"Un giornalismo nuovo, che ha dato tanto all'azienda, capace di rendere calda la televisione, vicino". È il giornalismo di Maurizio Costanzo del quale, oltre le doti umane e professionali, Piersilvio Berlusconi non può fare a meno, con le dita delle mani incrociate in un segno eloquente di affetto e prossimità, di rammentare episodi personali. 

Penso a quella frase, nella Sala della Conciliazione, arrivata quasi alla fine... una citazione che mi spiazza...sul Gattopardo...
Credevo citasse il film, tratto dall'omonimo romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, e invece suppongo fosse un riferimento al Gattopardo o Gattuccio Maggiore, scientificamente Scyliorhinus stellaris.

https://it.wikipedia.org/wiki/Scyliorhinus_stellaris

"...Viviamo in una realtà mobile, come le alghe nel fondale, che si piegano seguendo le onde del mare..."
È il 23 febbraio 2023. Siamo "nella città della pace", in Municipio, nella Sala della Conciliazione per partecipare ad un evento che è anche Corso di formazione continua per giornalisti. A fare gli onori di casa Stefania Proietti, che sottolinea come "non ci si sente mai appropriati ad essere sindaco di Assisi" e incoraggia i ragazzi, menzionando la Bandiera della pace sul prato, perché "il loro anelito di pace non è inutile". No, non è inutile. E neanche il nostro!!



Commenti

Post popolari in questo blog

SCUOLA in Umbria, eccomi tra banchi, cattedre, Stato, Chiesa e Massoneria! LUIGI BERLIOCCHI, "L'OTTIMISMO è il sale...il profumo della vita!"

Elisabetta Berliocchi Bistarelli, SONO ANCORA VIVA...LA VARIANT

#SEEDParis...in pillole d'arte e d'architettura!!!