THADEA, e il mistero dell'uomo più importante della sua vita


 THADEA, e il mistero dell'uomo più importante della sua vita

di Elisabetta Berliocchi Bistarelli


                                                                                                    Montefalco, 22/23 gennaio 2023.


Sono partita verso le 16 da Perugia. Volevo godermi il viaggio e soffermarmi là, in quegli angoli dove mi porta il cuore. Non sono mancate le sorprese. Capita così, sempre, quando con fiducia ci si mette in una vitale "disponibilité à l'accueil". Dalla superstrada E45 ho visto la neve sulla cima del Subasio, sopra Assisi. C'era il sole e il cielo era celeste. Mi sono fermata e li ho fotografati, la neve e la città serafica. Per me era un'urgenza espressiva. E così pure è successo da un altro luogo che reca in sé l'imprinting di San Francesco. Altre cime fissate in tre click da una terrazza panoramica di Montefalco dove sono capitata sbagliando strada, per un breve tratto, e dovendo poi tornare leggermente indietro. Ma quando, passando con l'auto lungo le mura, ho visto dall'altro lato la porta aperta, non ho saputo resistere, ho parcheggiato e sono entrata. In un attimo mi sono ritrovata davanti al Santissimo. Se la luce accanto al tabernacolo è accesa, significa che Gesù è proprio lì, dentro, oltre quella porticina che il sacerdote apre di solito con una chiave. Era accesa. Gesù era lì. Piano piano, guardandomi intorno, sospinta dall'anima, mi sono avvicinata all'altare. Credo che le suore stessero preparando la Santa Messa, in quella chiesa intitolata a Santa Chiara (attenzione, però, non Santa Chiara di Assisi, bensì Santa Chiara di Montefalco!). Qualcuno, pochissimi erano già seduti sulle panche in legno. Non credo nel caso. Tutto accade per un motivo. Sono certa che Dio volesse che io leggessi quella preghiera, e la storia dell' "albero dei paternostri" (on line). Una preghiera a grandi caratteri, sul pilastro a sinistra, alla fine della navata destra, e dedicata alla timidezza, al riserbo, alla forza che il Signore dà per vincere i propri limiti. Non la conoscevo, eppure mi è entrata subito nel cuore. Invito a recarsi sul posto e a recitarla con sincerità. Io l'ho fatto e...sembrerà incredibile eppure ne ho sentito gli effetti. Non come una formula magica, ma come un soffio dello Spirito che ti spinge dall'interno, da dentro di te. Esiste davvero, sai?! Ci credo, fortemente (Poco dopo...quasi senza accorgermene, aspettando in piedi immobile, in un'altra navata è accaduto ciò che doveva accadere, ho fatto e detto ciò che andava fatto e detto, e che con purezza sentivo di fare e dire). Infatti, con la certezza di non essere mai sola, mi sono rimessa alla guida della mia macchina eco-chic black & noir e, dal monastero di Santa Chiara, sono arrivata alla Porta di Sant'Agostino, dove l'ho lasciata, per un po', lì nei pressi. Giusto il tempo di camminare a piedi lungo il corso, fino alla chiesa di San Francesco, oggi museo. Giusto il tempo di fermarmi per vivere un evento speciale, un compleanno (ben 500 anni!), seguito da un happy hour (si chiama ancora così?). Giusto il tempo di lasciarmi rapire da location, parole e note (un reading). Giusto il tempo di ricevere un dono dalle mani dell'autore stesso e di sorseggiare, da un calice, un vino rosé...Thadea. Giusto il tempo di salutare, parlare con un caro amico e con un maestro. Il resto è cronaca, e storia.

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