L'INNO ALLA VITA DI SALMAN RUSHDIE e LA DIVULGAZIONE SCIENTIFICA NATA CON PIERO ANGELA

L'INNO ALLA VITA DI SALMAN RUSHDIE e LA DIVULGAZIONE SCIENTIFICA NATA CON PIERO ANGELA...qualche riflessione

di Elisabetta Berliocchi Bistarelli


Non volevo scriverlo un articolo su questo tema. Proprio perché cristiana, con una storia familiare alle spalle strettamente legata alla Chiesa. Proprio perché autrice di uno scritto sull'arte che parte dall'identità e dal punto di vista di un cattolico per entrare in dialogo con credenti di altre religioni o non credenti. Poi però ho ascoltato l'intervento a caldo di Roberto Saviano (https://www.instagram.com/tv/ChK_KllJNW9/?utm_source=ig_web_copy_link) e proprio per quello che è stato, negli ultimi 20 anni, l' inno alla vita di Salman Rushdie, ho preso in mano la penna. Sul tastierino del cellulare, ho iniziato a digitare lettere e segni di interpunzione con il pollice. Già, il pollice, la propria impronta digitale. Alla fatwa, lanciatagli addosso dall'Ayatollah Khomeini, lui ha risposto. Dopo l'iniziale smarrimento, forse stupore, ha risposto con quella voracità che contraddistingue chi sa di avere una spada di Damocle sopra la propria testa e decide di aggrapparsi alla vita con tutte le proprie forze. Di più, ha scelto di continuare a viverla, questa vita, senza tralasciare niente di ciò che essa ha da offrire, quasi come se nulla potesse scalfire quel diamante prezioso che è la nostra propria possibilità di esistere, di stare al mondo e occupare tutti gli spazi possibili. "Fai ciò che è necessario, poi ciò che è possibile e ti ritroverai a fare l'impossibile" diceva San Francesco d'Assisi. Aveva la scorta Salman Rushdie (10 anni), ma ha deciso di rinunciare ad una quotidianità blindata per gridare il suo sì alla vita, a modo suo. E per due decenni ha poi scritto, viaggiato, partecipato a eventi culturali, feste, ha ballato, mangiato, bevuto, ha amato, riamato, belle donne...sì, si è goduto la vita pienamente. Non si è lasciato cucire addosso da altri un vestito che non era il suo. Ha continuato ad essere ciò che era e fare ciò che voleva, senza fossilizzarsi o farsi affossare. Indipendentemente da quello scritto, "Versi satanici", e la pubblicazione, gli eventi che ne sono seguiti. Tutto con quella libertà di scelta che proprio Dio concede, lasciandoci per amore il libero arbitrio, senza smettere di amarci, di starci accanto, pronto sempre a raccoglierci da terra, se cadiamo, e reindirizzarci verso la giusta via, tra le sue braccia. No, nessuno ha il diritto di togliere la vita o possibilità di vita ad un altro essere umano. No, nessuno ha il diritto di far soffocare e togliere il respiro ad un altro essere umano. Quella vita, quelle possibilità di vita, quel respiro ce li ha donati proprio Dio. Sta a noi farne buon uso. 

...66 milioni di anni fa accadde qualcosa...per ricordarlo ecco un parasaurolofo, una meteora infuocata e il fondale scenico su cartoncino (momentaneamente appesi al muro ma mobili) ...da un laboratorio per bambini organizzato in tempi pre-Covid nel Monastero di San Benedetto a Gubbio, oggi location di un Museo dedicato... eXtinction-Prima e dopo la scomparsa dei dinosauri (www.dinosauricarneossa.it) ... 

E se qualcuno mette un tappo o un tombino alla tua esistenza, ti trasformi in vulcano ed erutti. Sì, erutti! La tua stessa esistenza diventa un inarrestabile vulcano in piena eruzione. Uno di quei fenomeni naturali studiati e spiegati da Piero Angela, non credente che, come specificato da padre Enzo Fortunato, ora ha continuato il proprio viaggio in cielo, incontrando Dio. Quel Dio che già in terra, penso, avrebbe voluto intervistare. E chissà che non l'abbia fatto, fuori onda. "Divulgatore scientifico" lo è stato prima e più di altri, Piero Angela, perché il lavoro dei pionieri è sempre il più difficile e duro. Ma forse lo è ancor più il figlio Alberto Angela, a pieno titolo, con merito e con professionalità dimostrate sul campo, perché per un "figlio d'arte" è estremamente faticoso "smarcarsi" dalle belle, ma a volte pesanti, eredità, fossero anche spirituali, e quindi per loro stessa natura lievi e impalpabili, paradossalmente. Il lavoro del "divulgatore scientifico" è interdisciplinare, entra in dialogo con i vari professionisti di settore, creando un gioco di squadra che esita spesso in prodotti multimediali condivisi. Il lavoro del "divulgatore scientifico" è democratico, nel senso che incarna vari articoli della Costituzione italiana, contribuendo allo "sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica", alla "tutela del paesaggio e del patrimonio artistico della Nazione", ma soprattutto offrendo strumenti di crescita personale e collettiva in vista di un obiettivo alto che deve essere comune: "riconoscere a tutti i cittadini", "promuovere le condizioni che rendano effettivo" il diritto/dovere di "svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, una attività che concorra al progresso materiale o spirituale della società ". La tecnologia può essere un utile mezzo al raggiungimento di questo fine. La piazza digitale, se ben utilizzata, può raggiungere tutti, abbattendo ogni barriera. Certi contenuti da divulgare, però, vanno vagliati, fermo restando e in nome dell'art.21. Ecco perché esistono i professionisti di settore, che hanno una preparazione alle spalle e rispondono del proprio operato off line/ on line, e per questo diventano autorevoli e credibili mediatori di notizie, informazioni, dati e conoscenze. Il "divulgatore scientifico" è uno "spacciatore di bellezza", e la bellezza è e deve essere un dono fruibile da tutti, una "droga" gratuita che fa bene alla mente, al cuore, all'anima...di cui non si può più fare a meno...



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