LA FINESTRA, LA VOCE DEGLI INVISIBILI, E QUELLE MANI CHE EMERGONO DAL MURO

La finestra, la voce degli invisibili, e quelle mani che emergono da un muro

di Elisabetta Berliocchi Bistarelli

https://www.mediasetplay.mediaset.it/video/tg5/francesco-e-gli-invisibili_F310742101002001

(Francesco e gli invisibili, di Fabio Marchese Ragona e Roberto Burchielli, regia di Roberto Burchielli e Dario Calleri, in onda il 20-12-2021, su Canale 5, alle 20.30 circa)

Al Papa: "Grazie da parte di Mediaset per questo regalo che ci fa"...

https://www.youtube.com/watch?v=9vIvQV2Lx_o

...Prima la visione e l'ascolto degli incontri, poi la redazione e, per chi vorrà, la lettura delle parole che seguono...In fondo è già stato detto tutto...

Vite interrotte. Persone che si ritrovano per strada, senza perdere la propria dignità. Persone umiliate che parano i colpi e restano in piedi, tengono duro e ripartono, per loro stesse e per i propri cari. Persone consapevoli di aver sbagliato che, pentite, dopo gravi reati e un profondo travaglio interiore, cambiano strada. Persone che si affacciano alla vita e si trovano a dover fronteggiare la solitudine, la paura, la mancanza di contatti reali, concreti, ma che vincono l'isolamento e il senso di smarrimento, guardando con speranza al futuro. 

"Qual'è la dignità delle donne picchiate, abusate...", ripete Papa Francesco, per iniziare a rispondere alla domanda di una mamma di quattro figli. "E mi viene un'immagine", continua parlando attraverso l'arte. "Un'immagine che è lì, entrando in Basilica alla destra: "La Pietà" della Madonna ("La Pietà" di Michelangelo, ndr). La Madonna umiliata davanti al Figlio nudo, crocifisso, un malfattore agli occhi di tutti. E quella là è la mamma...Così l'ha allevato. Totalmente umiliata. E lei non ha perso la dignità. Ma guardate questa immagine nei momenti difficili di umiliazione, di spoliazione e dove si sente di perdere la dignità. Guardate quell'immagine, ci dà forza!"

Papa Francesco, vicino a chi si ritrova ai margini, adotta lo stile di Gesù che è, citando le sue stesse parole, "vicinanza con passione e tenerezza". "Il Nostro Dio è un Dio vicino. Vicino a noi. Non può allontanarsi perché il suo essere è «essere vicino». Perdona sempre, perché è venuto per perdonare, non per condannare. Siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono. Qualcuno potrà dire: «Ma questo è un colpevole!». E tu? E tu?...Se ognuno di noi guarda dentro troverà tante colpe, tanti peccati, tanti sbagli, tante cose non belle. Ma la nostra forza è la nostra speranza in questo Dio vicino, compassionevole e tenero. Tenero come una mamma. Lui stesso dice così." 

Sì, è il Papa che parla. Sì, può sembrare un'omelia e non siamo in chiesa. Ma come si possono spiegare le due opere d'arte nelle foto, realizzate da due detenuti in carcere, senza questa premessa e senza raccontare la loro testimonianza di vita?! Vita concreta, reale, ma anche intima, spirituale dei suoi artefici, che decidono di consegnare alle telecamere il proprio vissuto, mettendoci la faccia.  

"Io ero detenuto in una cella in cui la finestra era quasi al soffitto, quindi io dalla mattina alla sera avevo il riflesso delle pareti negli occhi. Quando intorno tutto muore...muoiono le tue speranze, i tuoi progetti, la tua vita...in queste condizioni la vita la trovi all'interno di te stesso." 

È Pierdonato a raccontarsi: "Sono stato coinvolto in vicende giudiziarie molto drammatiche. Sono stato condannato a due ergastoli. Ho scontato 25 anni di carcere. Attraverso non solo lo studio, ma anche un percorso interiore spirituale, ho definitivamente chiuso una parte drammatica della mia vita. Il Santo Padre incontra gli invisibili... Io so di essere l'ultima persona degna di incontrarlo". Ed è guardando quest'uomo, guardandolo veramente, ascoltandolo, che si vede la sincerità del suo agire e del suo dono. Un dono nelle parole e nei fatti.



È Pierdonato l'autore della Madonna con Bambino consegnata da lui stesso al Pontefice, con una dedica: "A Papa Francesco con tutto il mio cuore". Una dedica ribadita con la voce, con i gesti, con le espressioni facciali, con lo sguardo e il sorriso, con i silenzi pieni di emozione e commozione. Ed è bello ascoltare il loro dialogo e il breve, intenso scambio di battute nel momento finale della consegna, vedendoli ridere insieme: 

Pierdonato: - Io con tutto il mio cuore! 

Papa Francesco: - Ma pare un Caravaggio!


Termina quasi così, infatti, questo incontro...con l'eco di significativi estratti dei dialoghi intercorsi, i titoli di coda...e con una battuta del Papa che, sorridendo, ha strappato una sentita e sonora risata, pure la mia: 

-Pregate per me. A favore, non contro. E se qualcuno non prega, mandatemi buone onde!"

Questo articolo, però, non voglio chiuderlo alleggerendo, bensì aumentando il carico del peso, perché troppo spesso, non solo tra i giovani, si manda "tutto in burla", giocando con cose sulle quali proprio non c'è niente da ridere.

Queste sono mani. Le mani di un sepolto vivo che riesce a liberarsi e a riemergere da sotto terra. Le mani di chi, penetrando da una crepa, manda in frantumi un muro, quel tanto che basta per poter uscire, o forse un po' di più. Le mani di chi apre il sipario di un teatro di marionette, tirando giù tendaggi e maschere. Mani che paiono zampe di ragno, intrappolato forse nella sua stessa tela. Mani che sembrano ali e permettono di volar via da una voragine che vorrebbe risucchiarle. Mani di chi sembra soffocare. Mani di chi riemerge, imprevedibilmente...



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