VENTO, tra giornalismo investigativo, deontologia professionale e cuore!

Illustrazioni dal "Cantico delle Creature" di San Francesco, che amava definirsi "il Giullare di Dio"


VENTO,

tra giornalismo investigativo, deontologia professionale e cuore!

Esperienza sul campo, ricerca, verifica on line/off line, fiuto. Alberto Puliafito e l'interrogativo rivolto ai giornalisti coinvolti nel corso di Formazione continua

di Elisabetta Berliocchi Bistarelli


"Se tua mamma ti dice che ti vuole bene, dalle un bacino e dille: «Dimostramelo!»"
Frase bella, vera e ad effetto. Tutto in una riga! L'ha pronunciata Alberto Puliafito, Google News Lab Teaching Fellow Italy, mentre disquisiva sull'importanza della verifica e del dubbio, per un giornalista.
"Il n'y pas d'amour, il n'y que des preuves d'amour", dichiara l'attore Jean Marais, mercante d'arte âgé nel film di Bernardo Bertolucci Io ballo da sola, dal titolo originale Stealing Beauty.
Ma se un bambino, mentre pretende amore tangibile, si abbandona e si fida, così non fanno un lettore, un ascoltatore, un internauta...in cerca di verità, autenticità, credibilità, affidabilità, quando approcciano una notizia, quando vogliono essere informati su come stanno le cose, come sono andati i fatti, quando si accostano alla cronaca dai tanti colori e dalle tante varianti. 
Ed eravamo appunto ad un corso di Formazione continua per giornalisti, dal titolo Pinpoint e il giornalismo investigativo, organizzato dall'Odg Umbria (Ordine dei giornalisti dell'Umbria), collegati tramite piattaforma Zoom, ad accrescere il nostro "bagaglio"... piccoli mattoni nella costruzione del proprio percorso professionale.

Piano in mosaico zellige, terracotta e ceramica, di un tavolo importato dal Marocco

Sono state usate parole-chiave. "PRUDENZA" necessaria: perché "si ha il dovere di verificare", perché ciò che si pubblica deve essere "a prova di bomba", cioè a prova di querela, perché la nostra credibilità è un pilastro dell'attività giornalistica, e quindi da tutelare. E lui, ha sottolineato Puliafito partendo dalla propria esperienza, in 10 anni di attività di querele non ne ha mai ricevute. Tanti gli spunti di approfondimento offerti e le fonti citate: libri, link, slides. Rifletto: mettere in discussione deliberatamente la CREDIBILITA' di un giornalista, pure sul piano personale, significa attaccare la libertà di espressione, frenare il  libero esercizio della sua professione, buttare fumo davanti agli occhi nell'intento di coprire, con una coltre, inchieste e attività portate avanti, magari nel tempo, con impegno rigoroso e rischi, conseguenze pesanti per se stessi e per chi si ama. Poi, "siamo esseri umani e sbagliano anche nelle grandi redazioni". Frase detta da Puliafito che in una slide ha scritto: "L'essenza del giornalismo è la DISCIPLINA della VERIFICA. La verifica distingue il giornalismo dall'intrattenimento, dalle propagande, dalla fiction, dall'arte, dalle opinioni, dall'attivismo". Aggiungo, per esperienza, dalla promozione turistica. Ciò che differenzia infatti un prodotto turistico da un reportage giornalistico è sostanziale, pur se espresso con un linguaggio che è proprio della stampa così come di chi fa comunicazione in senso lato. È il PUNTO DI VISTA (o forse la VISIONE) che distingue CHI DEVE "VENDERE" UN LUOGO, chi può scegliere, per ruolo e per quanto possibile, di escludere ciò che intacca L'ARMONIA...da CHI invece HA IL DOVERE di immergersi pure nella "DISSONANZA", e di raccontarla, RACCONTARE CIO' CHE VEDE o CIO' CHE VIVE nella sua interezza, spesso crudezza. L'uno punta allora su ciò che è bello, attraente, unico, sublimato dall'arte, magico, incantevole, talvolta proprio perché esclusivo, e LASCIA magari un alone di MISTERO da far scoprire a chi arriva...l'altro rischia sul campo, pur di arrivare alla conoscenza autentica di un territorio, a FAR LUCE e svelare ciò che si nasconde dietro le apparenze, con CHIAREZZA e in modo comprensibile a tutti. Ma a volte ricorre all'arte per veicolare informazioni che altrimenti non potrebbero avere voce (lo faceva Alessandro Manzoni!), all'autoironia/ironia, sdrammatizzando, per contrastare la DISINFORMAZIONE. Puliafito indica 7 tipi di disinformazione: "parodia e satira" -che non sono ironia e autoironia-, "false correlazioni", "contenuto fuorviante", "falso contesto", "contenuto travisato", "contenuto manipolato", "contenuto artefatto".  E i giornalisti, come dice Roberto Saviano, a volte ricorrono, quando hanno meno elementi in mano, all'intuito, al FIUTO...sì, come i cani da tartufo (siamo in Umbria!). Del resto si sa, sono...siamo... "i cani da guardia" dei poteri legislativo, esecutivo, giudiziario e dei poteri forti in generale. È questa la democrazia! Ma occhio a guinzagli e museruole!


Il giornalista non riesce a chiudere gli occhi davanti a verità scomode, brutte da sentire, guardare, vivere...non gira obbiettivo e telecamera davanti a realtà che "inquinano" l'aria che respiriamo...realtà che magari ci danno pure "un pugno nello stomaco"... Sa  che vanno condivise per il BENE COMUNE, perché non si ripeta, perché sia un mondo migliore, più "sostenibile"... Entrambi agiscono forse nell'illusione di poter "FARE LA PROPRIA PARTE" e contribuire così alla costruzione della bellezza! Quella bellezza che c'è sempre al di là di "brutture" e "sozzure"...Ma il giornalista non perde mai di vista un assunto... "NON C'E' BELLEZZA SENZA VERITA' ". Puliafito ha evidenziato la necessità di "evitare etichette facili e lavorare su concetti reali", anche "nell' 'infosfera' ", tenendo conto dei PUNTI DI VISTA. Ha citato quello del "TESTIMONE OCULARE", degli "ATTIVISTI" e dei "GIORNALISTI", "che raccontano e hanno un punto di vista a volte limitato da sottoporre a perizia".
"La VERIFICA e la VERITA' sono un PROCESSO. E' come essere Sherlock Holmes. Si arriva a un punto preciso con il TEMPO e mettendo insieme le PROVE". Le prove appunto! "Investigare", ha ricordato Alberto Puliafito, "significa trovare delle prove. Investigare non è cercare conferme. Le conferme si trovano per ogni cosa strampalata".  Comunque, sia off line che on line "vale la TECNICA delle 'BRICIOLE DI PANE' ": contano pure gli INDIZI! E "resta VALIDO il VECCHIO METODO": contattare direttamente sia tramite telefonata e socials/piattaforme che in presenza..."Ping pong" e "Call & response"...

La copertina di "Art e Dossier" di questo mese. Al centro l'opera "The Rabbit". Le superfici specchianti di Jeff Koon a Firenze: "Ballon Monkey - Blue" nel cortile interno e altre opere a Palazzo Strozzi

"Bisogna risalire alla fonte originale e 'validarla' con controlli incrociati. A volte si deve parlare con chi ha creato un contenuto, con chi lo ha condiviso, per rintracciare il percorso. Bisogna verificare la nostra risposta emotiva (se è troppo bello per essere vero, vuol dire che è falso). Bisogna conoscere perfettamente il contesto." Non dimentichiamo poi "il problema dell'omonimia, dell'anonimato, dell'account fake". E però "c'è la Polizia Postale"! e per fortuna che c'è! E ci sono le Forze dell'Ordine!
"Senza il GIUSTO APPROCCIO A QUESTO LAVORO, strumenti e conoscenze concrete sono inutili".
Per noi giornalisti una sorta di "Giuramento di Ippocrate" è...dovrebbe essere...il "Manifesto di Assisi". E a questo recentissimo corso è stata presa in esame un'altra parola-chiave, DISINFORMAZIONE, a riprova del fatto che un giornalista... sì, usa la tecnologia e può "farne buon uso"...sì, ha "il dovere di essere idealista"...sì, deve essere "ossessionato dai dettagli" ... perché una mano può macchiare. "Tagliati la mano che va a macchiare, perché gli spruzzi nei cervelli sono come le loro ferite: non possono essere curati mai", scriveva "Lolo" (Manuel Lozzano Garrido) nel suo Decalogo del giornalista, figura proposta pure ai giovani della GMG (Giornata mondiale della gioventù) 2011. In ITALIANO c'è un unico termine per indicare "disinformazione"; in INGLESE ci sono tre parole con incisive sfumature di significato: "DISINFORMATION", "MISINFORMATION", "MALINFORMATION". Lui ha specificato la differenza, io invito semplicemente ad approfondire autonomamente, per chi ancora non le conoscesse.
VERY IMPORTANT per un giornalista: "RENDERE LE PERSONE CAPACI DI SEGUIRE IL PERCORSO CHE FATE VOI PER VERIFICARE", esorta Puliafito. E questo, per necessità, per volontà, per metodo... lo sto facendo anch'io, lanciando piccoli sassi di terracotta nel mare di internet e guardando i cerchi nell'acqua on line e off line! Quasi come un gioco, che gioco non è. Assetata di verità, ho aspettato procedendo, ho avuto fiducia e sto scoprendo che la terracotta è molto efficace, on line e off line! Qualcuno mi ha offerto un BICCHIER D'ACQUA per dissetarmi, qualcun altro un CUSCINO per riposare e ripartire...qualcun altro ancora il SILENZIO che dà pace, poesia e battito...e il suo SORRISO. E tanti tanti indizi, talora prove (mai abbastanza)...ma pure "pietre", arrivate non solo a me. 
METODO è un'altra parola-chiave. 


Ma qual'è la DOMANDA formulata da Alberto Puliafito ai giornalisti a inizio corso?... E' una domanda sulla quale ho riflettuto, senza rispondere nell'immediato. Una di quelle domande che, in alcuni momenti della nostra vita, pone di fronte ad un ulteriore bivio e ad una scelta. Ti fa fermare, ti scava dentro e ti fa dire: ma da che parte sto andando? cosa sto facendo? 
"AVETE MAI FATTO GIORNALISMO INVESTIGATIVO? " La risposta sincera e di getto: Qualche inchiesta sul territorio ma per lo più all'acqua di rosa. Poi arriva un giorno che, quasi senza averlo scelto, ti ci ritrovi in mezzo a una possibile inchiesta - una di quelle vere!- e sei un giornalista! Vedi, ma non tutto...cerchi, ma non trovi abbastanza...intuisci, senti, colleghi, sai, ma non hai prove sufficienti e "a prova di bomba"... e c'è "il segreto professionale", chiamiamolo per ora così. E allora che fai? Ti rivolgi alle persone, ai possibili "testimoni oculari", e proprio ai giornalisti...già, le persone! Poni delle domande e ti poni delle domande. Ti chiedi il perché di certe cose, per comprendere e risolvere. Allora inizi dai dati certi e cerchi di ricostruire il mosaico... pezzo dopo pezzo...con PAZIENZA...senza stancarti nelle prove...Coinvolgi gli altri, nell' ENGAGEMENT, lasciando libertà di scelta, e fai attenzione al COINVOLGIMENTO EMOTIVO, in taluni casi.
Decidi di farti TRASPARENTE, come l'acqua, il vetro, il plexiglass, e il legno -invenzione degli ultimissimi tempi!-. Decidi di farti RIFLETTENTE, come la superficie di uno specchio, come l'acciaio inossidabile. Proprio per essere LIBERA/O, da pressioni e menzogne. Proprio perché sai che ciò che documenti e condividi PUO' AIUTARE QUALCUN ALTRO. Proprio perché ATTRAVERSO DI TE, ATTRAVERSO CIO' CHE VIVI TU...SI VEDA CIO' CHE E' QUASI INVISIBILE AGLI OCCHI. 

Antonio Raggetti, "Trame d'acqua", 2001, acrilico su tavola, cm.50×70

Vivi con una sana leggerezza (fondamentale!), nonostante certe lacrime, e continui la vita di sempre, senza assecondare sospetti, preconcetti e supposizioni, senza fare congetture, senza lasciare che prendano il sopravvento leggende metropolitane e miti scelti ad hoc, voci e sussurri, tempeste e fulmini, legati all'inchiesta e al lavoro portato avanti nel tempo. TEMPO, altra parola-chiave. TUTTO PER LA VERITA'. Anche padre Enzo Fortunato, direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi, ha detto un giorno che "I PROCESSI DI VERITA' SULLE PERSONE" sono importanti...E a volte ti sorprendi. LA VERITA' SUPERA DAVVERO LA FANTASIA E L'IMMAGINAZIONE! E arrivi a un punto in cui non puoi più tornare indietro...E, come scrive Albert Camus, SEI "ENTRE LA DOULEUR ET LA BEAUTÉ"...MA CON IL CUORE IN MANO...e pieno di GIOIA, SPERANZA E FIDUCIA in DIO (così chi crede chiama Verità, Libertà, Giustizia, Uguaglianza, Coraggio, Poesia...), fiducia nel futuro e fiducia negli Uomini...ricoperti e riscaldati da una polvere di stelle, piovuta dal Cielo, che le "guerre fredde" non hanno portato via...
P.S. ...il prossimo articolo partirà da un'opera d'arte in legno di una persona che è stata in carcere 25 anni e da "Francesco e gli invisibili", trasmesso su Canale 5 domenica sera 19 dicembre 2021

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