RAFFAELLO E LE SUE "COSE"... RICOSTRUZIONE DI UNA MOSTRA

Perugia. A Palazzo della Penna l'arte contemporanea è "experience"

Raffaello e le sue "cose"... ricostruzione di una mostra

Work in progress. Tessera dopo tessera, ecco il ritratto del "divin pittore" in dialogo con il territorio umbro e la sua gente


Nota del redattore: 
questa settimana l'articolo viene composto a mano a mano, pezzo dopo pezzo, e un motivo c'è...

...intanto il titolo...con occhiello e catenaccio...
e...(già, dimenticavo...) l'autore...

di Elisabetta Berliocchi Bistarelli

segue ...la ricomposizione del mosaico...
... immagine dopo immagine, commentaire dopo commentaire...


1. "Un articolo dovrebbe essere come il jazz. Senza introduzione o finale. Si attacca e via...", la musica prende vita, diceva in redazione un giornalista gentiluomo, Sergio Benincasa. "Call" e "response"...Tanto più in una società sempre più connessa e presente nelle piazze digitali. Tanto più in una delle "Città musicali", ricordando un prodotto multimediale dell'editore Luigi Piccolo. Tanto più a Perugia, la città del jazz, per l'appunto. 
Questo pianoforte è nella sala riservata alla mostra, curata da Cristina Galassi, "In gioco con Raffaello". Alle pareti dipinti di Umberto Palumbo, pittore e avvocato che si diverte, attraverso un'ironia dissacrante e il trompe-l'œil, a reinterpretare il grande maestro, interagendo, a suo modo, con lui. 
Gli strumenti musicali ritornano, nelle opere di Raffaello, dei suoi maestri, allievi ed epigoni, dei suoi emuli e di chi si accinge a narrarne vita e produzione artistica attraverso il pennello e la plume. Ma è solo un divertissement o c'è qualcosa di più...dove finisce la finzione e comincia la realtà? 



2. Procediamo passo dopo passo, step by step. Parallelamente. Salendo le scale ci si avvicina di più alla realtà. "Fortuna e mito di Raffaello in Umbria" è l'esposizione in corso fino al 16 gennaio 2022. Perugia celebra Raffaello con le mostre realizzate sotto l'egida del professor Francesco Federico Mancini, del quale mi fregio di essere una delle allieve. Proverò, per deontologia professionale, a rimanere obiettiva.
Un'opera mi ha colpito particolarmente. Una sorta di viaggio a ritroso, nella storia sacra e nelle vicende umane, quando non mitologiche, attraverso 76 fotografie ingiallite dal tempo, inserite in una cornice lignea tartarugata (Urbino, Accademia Raffaello). Sembrano cartoline d'antan, composte come tessere di un mosaico aperto a nuovi arrivi - ci sono 44 spazi disponibili per integrazioni - . Attorniano un ritratto di Raffaello, sotto al quale si legge: "Quanto nel mondo è grande, è santo, è bello, di quest'angelo nostro inemulato tutto dipinse l'immortal pennello". 


E a me viene alla mente e al cuore una frase ascoltata ieri, 8 ottobre, in una diretta via social, da Roberto Saviano, intento a leggere l'intervista di Antonio D'Orrico uscita su «7» (Corriere della Sera): "Saviano: «Da 15 anni sotto scorta. Ora basta. Uccido io Saviano, per riprendermi Roberto»". Roberto Saviano ha citato l'epitaffio di Raffaello, e c'è un perché: "Qui giace Raffaello. Da lui, quando visse, la natura temette d'esser vinta, ora che egli è morto, teme di morire". 

3. In pezzi. "La dolce immagine della Madonna col Bambino viene fatta a pezzi, divisa in frammenti e qua e là ne ritroviamo i brandelli", si legge nel commentaire appeso alla parete accanto al dipinto ad olio "Scambio di personalità" di Umberto Palumbo.
Bisogna chinarsi a raccogliere i pezzi, per ricomporli pazientemente. Infatti "i pezzi, per supremo sfregio, sono stati gettati negli avanzi di una cassetta di frutta, insieme a vetri in frantumi e paglia." Si è chiamati ad un gioco di percezione e creazione interattiva tra autore, fruitore d'arte e opera.
Non riesco a non pensare all'incontro di ieri, 9 ottobre, nella Sala del Consiglio comunale a Perugia, sul tema "Cura e accuratezza dell'informazione", alla "Carta di Assisi" e alla PerugiAssisi, la nota Marcia della Pace che si tiene oggi 10 ottobre. Proprio questo quadro (qui accanto un  dettaglio) mi evoca le parole spesso usate, come pietre, per mandare in frantumi la credibilità e l'immagine di chi si impegna sul campo per i diritti civili, per le libertà costituzionalmente garantite, o di chi semplicemente svolge il proprio mestiere, raccontando ciò che accade.
Allora c'è, in alcuni casi, bisogno della "scorta mediatica, persino dopo la morte, per far luce e ristabilire con chiarezza quella verità spesso e volentieri negata, taciuta, zittita. 
Dentro di me risuonano le parole di Rudyard Kipling: " [...] Se sopporterai di udire la verità che hai detto distorta da furfanti per abbindolare gli ingenui, o contemplare le cose cui hai dedicato la vita, spezzate, e piegarti a ricostruirle con utensili rotti [...] sarai un uomo, figlio mio!".
E se l'immagine di Dio e dei santi a volte viene fatta a pezzi... figuriamoci quella di noi comuni mortali!


4. A palazzo della Penna la visita alle mostre temporanee e permanenti - collezioni Gerardo Dottori e Joseph Beuys - può prevedere una sosta al Gourmet Cafè, tra opere d'arte e libri, o in spazi esterni, animati da sculture e installazioni. 
Ne è un esempio questa panchina rossa, simbolo della violenza sulle donne, dove siede una figura femminile, accanto alla quale ognuno può scegliere di sedersi. 
È stata realizzata dalla classe V E del liceo artistico "Bernardino di Betto" (Comune di Perugia, Cgil, Cisl, Uil) l'8 marzo 2019. Incise su di una benda intorno al capo - nell'antica Grecia simbolo di vittoria degli atleti - si leggono queste parole: "Un uomo quando agisce a difesa di una donna, fa l'unico gesto che ne giustifica la forza". Se l'assalto "squadrista" alla sede della Cgil a Roma, ieri, trova il suo contraltare nella Marcia della Pace PerugiAssisi, oggi, il progetto Panchine rosse va di pari passo con il progetto delle Panchine dedicate alla libertà di stampa e di espressione promosso da "Leali delle notizie". Associazione culturale, questa, presente all'evento incentrato sulle parole-chiave "cura" e "accuratezza", organizzato da Articolo 21 con Sacro Convento di Assisi, Federazione Nazionale Stampa Italiana, Ordine dei Giornalisti dell'Umbria e Tavola della Pace. E Giuseppe Giulietti, presidente Fnsi, ha ricordato la panchina della memoria per Walter Tobagi presto a Milano. 



5. Una sedia, sulla quale ognuno può prendere posto. Una sedia per scrivere, pensare, mangiare, dipingere...ma serve un tavolo, o un piano d'appoggio quantomeno, come il cavalletto per le tele. E poi è necessario sicuramente un braccio, se ne vede uno ritratto nella foto. Anche se, volere è potere, e a volte non serve nemmeno quello, gli artisti di Spam (Solo Pittori Artisti Mutilati) lo sanno bene. Una sedia che attende e supporta. 
E penso alla scultura-installazione di Davide Dormino "Anything to say?", in piazza IV novembre a Perugia, in occasione dell'International Journalism Festival (IJF), edizione 2016. 


L'opera dalla quale sono tratti questi "particolari" è "Raffaello e la Fornarina" di Giuseppe Sogni, realizzata nel 1826 e conservata a Milano, all'Accademia di Belle Arti di Brera.
Mi hanno colpito... una finestra...vetro e piombo...che mi riporta ad un dipinto ad olio di Lili (Elisabeth) Helbig Morani, parte della collezione Alessandro Marabottini a palazzo Baldeschi al Corso...e una chiave...


6. Ho trovato nel bookshop un "kit didattico per artisti in erba", così si legge nella pubblicazione "G.Dottori Aerofuturista" (Comune di Perugia, Museo civico Palazzo della Penna, Munus Arts & Culture, 2021), con testi, disegni, progetto grafico a cura di Alessandra Curini. 

Inizia così: «Ciao! Io mi chiamo Gerardo Dottori, e sono un artista! Qui sto lavorando al mio scrittoio futurista. Hai mai sentito parlare di futurismo e aerofuturismo? Con questo kit didattico conoscerai meglio la mia storia, leggendo, osservando, disegnando, colorando e sperimentando! Questo a lato è un autoritratto che ho realizzato nel 1928». È proprio l'artista ad accompagnare i più piccoli nel viaggio alla scoperta della sua opera e del forte legame con il territorio: «colline tondeggianti [...] case e paesetti medievali [...] il Lago Trasimeno, uno dei miei soggetti preferiti [...] alte torri e mura [...] Perugia»... 

Un percorso alla scoperta di Dottori, che fu anche docente, e dell'Umbria, tra parolibere e immagini, attività ludico-laboratoriali, come gli origami e "le geometrie per giochi futuristi", foto d'epoca, dipinti, disegni da colorare,  e rébus à deviner da sciogliere individuando le differenze tra due opere...Attraverso il cartaceo, che include altri contenuti multimediali (videoanimazione dell'opera "Incendio città" - MaPp Musei app Perugia; QR code per aiutare Dottori a giocare con "Incendio città"; manifesti dell'Aerofuturismo e dell'Arte Sacra futurista consultabili tramite device), e andando in museo, ci si lascia dunque prendere per mano dagli operatori di settore come Eva Morelli, responsabile della didattica museale. Con competenza ed entusiasmo ci racconta cosa si cerca di fare insieme ai bambini a Palazzo della Penna. Questo, nella convinzione che l'acquisizione del sapere, tanto più in ambito artistico, debba essere un'esperienza immersiva, coinvolgente e divertente. Ovviamente per lo più in presenza! 


                                                            
                                                                ...ricomposizione di un puzzle...
                                                                       ...to be continued...
                                                                      ma...mi raccomando...
                                                                              off line!!!


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