Sì a schizzi di colore, ma "messa al bando del pennello". CIAC, in Umbria si gira! Gutaj, Shōzō Shimamoto ... appunti visivi dalla mostra

Reportage fotografico d'archivio e news.

Sì a schizzi di colore, ma "messa al bando del pennello". 
CIAC, in Umbria si gira!

Quando un gruppo resta sempre attuale. Gutaj, Shōzō Shimamoto...appunti visivi dalla mostra a Foligno dove ora ad attenderci c'è la fluidità pulsante di Paul Jenkins

di Elisabetta Berliocchi Bistarelli



...Era la primavera del 2022. Foligno confermava la nomea di "lu centro de lu munnu" (centro del mondo). Un altro tassello del mosaico andava ad aggiungersi per delineare la facies contemporanea dell'Umbria. Il CIAC (Centro Italiano Arte Contemporanea) è già di per sé un'opera d'arte. Rivestito di acciaio corten, rimane incastonato tra l'abside medievale della chiesa di San Francesco e gli edifici liberty presenti in via del Campanile. Siamo al civico 13. Era adibito a Centrale del Latte e Ufficio Postale, oggi teatro di mostre, eventi, convegni, proiezioni. Qui, dove tutto è luce, spazio e rigore, si respira un'aria internazionale grazie alla presenza di artisti del calibro di Shōzō Shimamoto e al susseguirsi di esposizioni basate sull'interdisciplinarietà. Unica fonte di luce naturale, sembra incredibile, il lucernario centrale. Le opere paiono scivolare lungo le pareti, dietro i pilastri portanti, che i faretti incassati contribuiscono a valorizzare, in un gioco di rimandi luminosi e accenti cromatici, esaltati dalla rarefazione e dalle tonalità neutre dell'architettura museale, nata da un'idea di Alviani, in collaborazione con l'architetto Zamatti, realizzata dall'architetto Partenzi. Ed è qui, proprio qui, che l'eco delle sperimentazioni del Gruppo Gutaj, la rivitalizzata perizia calligrafica dell'estro giapponese, l'esplosione di colori incontenibile, inarginabile, investe il presente proiettandolo in un futuro liquido e  caleidoscopico. Sì dunque a schizzi di colore, spartiti e scopa (protagonista di una performance e parte di un'opera d'arte gialla in mostra), pianoforte, violino e archetto (utilizzati come tele e tavole), ma "messa al bando del pennello" (non più strumento del mestiere). È questo il diktat di Shōzō Shimamoto. Il suo nome riecheggiava in me a livello inconscio, sebbene avessi ben presente l'arte del Gruppo Gutaj, studiato ai tempi dell'Università, quando la docente Alessandra Migliorati, all'epoca assistente della prof.ssa Caterina Zappia, spesso chiedeva agli esaminandi lumi in merito. È quindi per me un'emozione tornare indietro nel tempo lasciandomi guidare metaforicamente verso l'orizzonte contemporaneo da chi incarna una frase di Nick Hornby ..."la musica ha un grande potere: ti riporta indietro nel momento in cui ti porta avanti così che provi, contemporaneamente, nostalgia e speranza"...E poiché la bellezza è un dono universale, mi piace qui condividere gli scatti effettuati al CIAC, per poter portare tutti lì, soprattutto quanti avrebbero voluto ma non hanno potuto esserci!





















































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...Ma mi raccomando, dopo l'immersione nell'universo di Shimamoto, appuntamento al CIAC di Foligno dove è in corso l'esposizione curata da Italo Tomassoni PAUL JENKINS La pittura assoluta per la quale rimando al sito ufficiale del museo ( https://www.ciacfoligno.it/mostre-ciac/paul-jenkins-la-pittura-assoluta/ ) e, su questo blog, al prossimo articolo...





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