RENÉ GRUAU, la "G*" stellata dell'alta moda ...un po' romagnolo, un po' milanese...un po' newyorkese e molto parigino!

RENÉ GRUAU, la "G*" stellata dell'alta moda...un po' romagnolo, un po' milanese...un po' newyorkese e molto parigino!

di Elisabetta Berliocchi Bistarelli




RIMINI. Tutti in fila, prima che aprano le porte, per vedere locations storiche e allestimenti, come in Castel Sismondo, dedicati al visionario regista del film La Dolce Vita. Poi l'atmosfera si rarefà. Assenza e silenzio. Sono quasi le 16 di un piovigginoso giorno di settembre infrasettimanale. Anche il Museo della Città "Luigi Tonini" è ancora chiuso.  







E proprio qui, accanto alla chiesa del Suffragio, in quello che era un convento di Gesuiti e un ospedale civile, al suo interno troviamo tre sale molto speciali, riservate al conte René Gruau e alle sue opere autografe e grafiche.




Nel 1981, a posteriori, ispirato dalla pellicola di Federico Fellini, vincitrice della Palma d'Oro al Festival di Cannes nel 1960, fu Gruau a firmarne un' 
affiche ( https://bbcc.ibc.regione.emilia-romagna.it/pater/loadcard.do?id_card=156696 ). E però già nel 1954 a Jean Renoir diede una sua opera per il manifesto pubblicitario di French Cancan

Dal volume Gruau di François Baudot:
impermeabile Boussac
per Blizzard, 1965
(Laurent Sully-Jaulmes)


È stato proprio attraverso la stampa, grazie ad un libro trovato casualmente su una bancarella, che ho conosciuto l'arte e la maestria esecutiva, dal tocco sintetico, incisivo e raffinato, di René Gruau. E ne ho ammirato le opere. Poi il vissuto biografico, legato a Rimini dove è nato, Milano dove ha lavorato, New York dove è scappato, la Costa azzurra "per lui più che un rifugio, uno stato d'animo", e Parigi dove ha pienamente vissuto e creato, per lo più con "l'amico di lavoro"  (la definizione, strepitosa, è di Baudot) Christian Dior. 








"Gruau è innanzitutto una firma: cinque lettere nere tracciate in punta di pennello". Così si apre il volume Gruau di François Baudot e si chiude con queste parole: "Una firma come un colpo di frusta sormontata da una stella: semplicemente Gruau". Già, G*ruau! L'Adriatico vanta uno spazio museale che da "scrigno" di nicchia può, valorizzato ulteriormente, divenire un motivo in più di richiamo turistico. Internazionalizzazione, dialogo tra espressioni artistiche, savoir faire (nell'accezione di uso corrente e letterale), seguendo il fil rouge di una "G*" , seguendo una stellina*...



Dal volume Gruau di François Baudot
"René Gruau nell'abitazione di Cannes" (1989),
Archives Sylvie Nissen
                              
Ma, prima di entrare nel Museo della Città e lasciarci guidare dal conte René Gruau (Renato Zavagli Ricciardelli delle Caminate) nel suo universo di mannequins, femmes  fatales, riviste patinate e prodotti da pubblicizzare con arte, facciamo un giro nei dintorni. Come flâneurs, senza una meta precisa, lasciamoci stupire da ciò che appare passeggiando in un'area del centro storico marcatamente segnata dall' antica Roma. E facciamolo senza dimenticare qualche scatto fotografico, come quelli all' Arco di Augusto e ad alcune teste in vetrina.














Oggi in particolare l'itinerario ha un filo conduttore che si svela a mano a mano: il mosaico. Se nella Domus del Chirurgo (http://www.museicomunalirimini.it/it/musei/domus-del-chirurgo/domus) è bello ritrovare Orfeo che incanta gli animali (e noi a Perugia ne sappiamo qualcosa! http://www.perusia.unipg.it/mosaic.htm ; https://turismo.comune.perugia.it/poi/mosaico-romano ), sorprendente è scoprire, nel Museo della Città, persino Ercole, al centro di un vortice ordinato e geometrico di tessere pazientemente ricomposte nelle parti mancanti. 

Copertina di «International Textiles», 1955,
(Archives Sylvie Nissen), 
   in mostra al Museo della Città di Rimini

                                                            




Il mosaico ritorna nel pattern di certi disegni di Gruau e ci rapisce, con effetto optical bianco e nero, a contrasto con il rosso "rouge baiser". I colori stesi "à plat" (a larghe campiture e senza sfumature) rivelano la lezione "metabolizzata" del Japonisme e di Toulouse-Lautrec, suo maestro per propria stessa ammissione.




"Segni efficaci", si legge nei pannelli esplicativi in una della sale espositive, e "perfetta architettura grafica della pagina". Del resto lui architetto voleva diventarlo davvero, e disegna, per diletto, prospettive neopalladiane che si rifanno a quella classicità di matrice greco-romana che informa di sé le architetture oltreoceano. Ciò che maggiormente colpisce è la pennellata guizzante alla Boldini, eppure sintetica come quella di Gauguin e dei Nabis. Quell'inchiostro nero di china riassume, in un gesto o poco più, un volto. Rosso e nero sul foglio bianco immacolato. "L'occhio vivo, il volto rilassato ed eternamente abbronzato, René inizia, con la cartella sotto il braccio, a fare il giro delle redazioni", racconta François Baudot. "Gruau riconosce che in vita sua non ha dovuto farsi troppi problemi...un foglio di carta, una matita, una bella luce, un buon manichino bastano a farlo felice e gli hanno sempre permesso di guadagnarsi la vita. Forse gli è d'aiuto anche l'aria di Parigi: quel profumo che egli sa catturare così bene."











Se il cinema è stata l'ouverture, mi pare giusto terminare con una pellicola e una scena che queste parole evocano a chi non può far a meno di soffermarsi, enchanté/enchantée (nel senso di uso corrente e letterale), dinanzi a tutto ciò che è arte. "Una piuma al vento", si era definito lui, prima di mostrarle i suoi disegni, su quel ponte della nave impreziosita da opere liberty e di Monet, Picasso, protagonisti delle avanguardie storiche.

  "Una piuma al vento" con un dono, come gli disse lei: "sente le persone". E poi, invitato ad una cena di gala, rispondendo ad una domanda lui aveva detto: "Ho tutto quello che occorre proprio qui con me. Insomma...ho aria nei polmoni e qualche foglio immacolato. Mi piace svegliarmi la mattina e non sapere cosa mi capiterà o chi incontrerò, dove mi ritroverò. Proprio l'altra notte ho dormito sotto un ponte ed ora mi trovo qui, sulla più imponente nave del mondo a bere champagne con delle persone raffinate come voi (spiega, sorseggiando un altro calice con le bollicine, ndr). Secondo me la vita è un dono, non ho intenzione di sprecarla. Non sai mai quali carte ti capiteranno nella prossima mano, impari ad accettare la vita come viene. Così ogni singolo giorno ha il suo valore".
E allora, non resta che brindare... in alto i calici: "Al valore di ogni singolo giorno!!!" Di più, alla stella* e alla "G" di Gruau! "G" che per me è la "G" di Giorgio, la "G" di Gridalo, ma soprattutto la "G" di GESÙ che con la sua stellina brilla Lassù e ci guida quaggiù...





Ndr (nota del redattore), tra le fonti consultate, in particolare per la redazione di questo articolo: 
- François Baudot, Gruau, collana "Memorie della Moda", Octavo, Franco Cantini Editore, Firenze, 1998 (edizione originale: Éditions Assouline, traduzione Sabrina Sagri; adattamento grafico per l'ed.it.. Lorenzo Mennonna per Studio Breschi; Stampa: Artegrafic)
René Gruau, l'illustratore che ha rivoluzionato la moda del Novecento. E che ha riportato il fashion system del nostro Paese sul piano internazionale, redazione digital, 24-02-2022, «Elle Décor»: https://www.elledecor.com/it/people/a39200103/rene-gruau-illustratore-storia/
 - Il Museo della Città (Rimini) e la sezione dedicata a René Gruau: http://www.museicomunalirimini.it/it/musei-rimini/museo-della-citta/arte/rene-gruau



               ...e il Viaggio continua
    
                               de tout cœur...

                                            à la prochaine...



P.S.  Il prossimo articolo sarà un omaggio a due grandi maestri...."sotto le stelle"... e ad una passione condivisa, quella per l'arte e per la valorizzazione del territorio umbro!

P.P.S. Il Mosaico romano e la Casa del Chirurgo si sono rivelati, a fine tour, un riparo dalla pioggia, fino a quando è tornato a prenderci premurosamente, sotto le intemperie, papà  

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