UMBRIA, a proposito di KINTSUGI, PIETRA LAVICA e VULCANICA, ARGILLA e TERRACOTTA, CERAMICA e MAIOLICA.

UMBRIA, a proposito di KINTSUGI, PIETRA LAVICA e VULCANICA, ARGILLA e TERRACOTTA, CERAMICA e MAIOLICA

di Elisabetta Berliocchi Bistarelli



La luna rossa. Quasi. Un accento cromatico che è una figura geometrica. Quasi. Un punto rosso che è una firma. Quasi. Sembra un sole al tramonto, soprattutto su talune superfici dai blu cangianti del mare. Potrebbe esserlo. L'arte e la bellezza sono negli occhi di chi guarda. E nell'arte, soprattutto contemporanea, il ruolo del fruitore è attivo. Di più. Interattivo. Grande spazio è lasciato dagli artisti-artefici alla libera interpretazione. Dici Domiziani ( https://domiziani.com/it ) e in Umbria si pensa ad una declinazione innovativa e al passo con i tempi di quella che è una lunga tradizione del nostro territorio. La prima volta che vidi un'opera uscita da questa fucina-laboratorio nata nel 1987, in realtà azienda di design con produzione a diffusione internazionale, fu grazie ad un dono ricevuto da mio marito (no, «marito» non è una parolaccia, anche se di questi tempi sembra caduta in disuso. Quasi). Un piatto. Uno di quei piatti di carattere, ognuno diverso dall'altro. Sì, è questo nella foto (cm.40 di diametro). Mi ha sempre fatto pensare ad una ferita, dalla quale erompe, come magma, il sangue. Nel giornalismo il «sangue» è una delle 5 «esse» che fanno vendere i giornali: sesso, sangue, soldi, sport, spettacoli, ed è quindi associato alla cronaca nera e alla giudiziaria. Ma a me fa pensare all'interpretazione in chiave cristiana: il sangue è vita! Quello di Gesù (legato ai Sacramenti, dono di Vita eterna). Quello dei martiri, che genera conversioni, ed è, paradossalmente, vitale e contagioso. Ti spinge verso la "Via, Verità e Vita". Quello di una mamma, che grazie alla presenza del ciclo mestruale può generare vita. Ebbene, tutto in quel rosso che sgorga dall'oscurità di quel nero (qui mat, come uno dei neri cangianti del maestro tifernate Alberto Burri). Rosso e nero. 

Oggi la sede principale della Domiziani Design è a Torgiano. Ma ripenso al primo incontro, nello spazio espositivo di Deruta, con Elena Audenino, compagna di vita e di lavoro di Roberto Domiziani, autrice di stupendi Crocifissi, autentiche opere d'arte come autentica è la sua fede. E ripenso a Sofia, la figlia del fondatore. Fu lei ad illustrarci prodotti e tecniche. C'era pure il nostro piccolo Luigi Maria, ancora sul passeggino. 
Rividi Elena in uno degli show-room, ad Assisi, che in tempo di pandemia, con mio grande dispiacere, non trovai più aperto. Lì conversammo a lungo e trovammo, come chi ci conosce può intuire, varie affinità. Al punto che... così, con estrema naturalezza, scattammo alcune foto insieme, con la macchina di mio figlio che avevo in borsa, davanti ad uno specchio Domiziani, e con in mano uno dei Crocifissi. Sono molto particolari, sembrano ricomposti dopo una frattura, come un puzzle di cui si percepiscono le tessere. Tattili. Materici. Da essi affiorano ulteriori pezzi, come pietre o gemme apposte sul disegno della croce.
Sono tante le forme che assumono i materiali utilizzati e altrettante le creazioni dai nomi evocativi. Parole-chiave: made in Italy, unicità e indistruttibilità. Già, perché l'elemento principe è la pietra lavica (la pietra e la lava vulcaniche). E la terracotta, l'argilla, trasformata in ceramica. Non da meno sono le strutture in acciaio inox, verniciato con polveri epossidiche per esterni, pensate per outdoor e indoor https://www.youtube.com/watch?v=ugCkdKgRGp0 )Allora è interessante approfondire sul sito i materiali e le tecniche di esecuzione (https://domiziani.com/it/materiali/). 

Umbria Expo 2016. Luigi Maria, a due anni,
è attirato dai colori e sperimenta, conosce,
attraverso il tatto, come ogni coetaneo
In Umbria ogni tanto può capitarvi di imbattervi nei tavoli di Domiziani, in qualche fiera, come Umbria Expo, o nei caffè dei borghi.
A me è successo a Spello, lungo la via principale in salita che taglia la cittadina passandole attraverso. Ma non è l'unico centro storico ravvivato dai colori e dalla contemporaneità che, in modo incisivo, si staglia contro le pietre locali, garantendo un valore aggiunto
Come giornalisti non è facile procedere, redigendo un "pezzo" come questo, in equilibrio tra vissuto personale, pubblicità in agguato, promozione del territorio e reportage, diktat deontologici - giusti!- della professione. Ricordo una frase di Maria Pia Fanciulli, vice presidente uscente dell'Ordine dei Giornalisti dell'Umbria, ad un corso di Formazione continua: "si può parlare dell'azienda, della sua storia, ma non di un prodotto". Ardua impresa! 
"In the heart of Italy, nature blends with art" (nel cuore dell'Italia la natura si fonde con l'arte), si legge in uno dei tanti cataloghi, perché proprio gli elementi della natura concorrono alla realizzazione dei prodotti. 

Sofia, Roberto e Christopher Domiziani
E poi i figli crescono e quel ragazzino dall'espressione dolce nel volto, in una foto in incipit del catalogo 2015 (Domiziani Design, p.2), diventa un uomo, diventa artista visivo, ceramista, designer. Ed ecco che trovo on line le opere e le mostre di Christopher Domiziani, a partire dalla prima del 2021 Flumen. (https://m.facebook.com/domizianidesign/videos/flumen-%C3%A8-la-prima-mostra-personale-di-christopher-domiziani-a-cura-di-davide-sil/1342511666205157/). Ora, e fino al 4 settembre, si può ammirare #MOSES, un monumentale monolite in pietra lavica dell'Etna ceramizzata, l’installazione site-specific, realizzata da Christopher per il Battistero del Duomo di Pietrasanta, a cura di Enrico Mattei Vehicle Projects in collaborazione con la galleria GC2 Contemporary.

Projets appunto, come il Progetto di internazionalizzazione “Realizzazione Campagne Ads Google multilingue per la promozione aziendale” realizzato con il contributo POR FESR 2014-2020 Asse III Azione 3.3.1. presentato dall'azienda e del quale beneficia. Esiste pure una linea artistica dello stesso Roberto Domiziani, "Dipende", con esemplari unici ( https://dipende.playhome.tv/scheda.asp?id_scheda=177 ). Scorrendo le immagini, sia su digitale che cartaceo, si notano decorazioni e pitture fitomorfe, che rappresentano, fiori, frutti...C'è infatti anche una linea più legata alla tradizione, classica, che si innesta nella produzione plurisecolare umbra. Ne sono testimonianza viva le innumerevoli aziende (eccone alcune: http://www.ceramicamadeinumbria.it/it/le-terre-umbre-della-ceramica_2.html) e il Museo regionale della ceramica di Deruta (https://www.museoceramicadideruta.it/), "il più antico museo italiano per la ceramica; istituito nel 1898, conserva oltre 6000 opere ed è ospitato nel complesso conventuale di San Francesco, fondato nel 1008 da monaci benedettini, nel centro storico di Deruta. L'originaria denominazione di 'Museo artistico pei lavoranti in maiolica', già presente nel primo catalogo del 1900, reca in sé la missione del museo, ancora estremamente attuale: non solo luogo di conservazione e cultura, ma anche grande modello di ispirazione per gli artigiani". 

...altri due cadeaux,
questo e l'altro nella foto accanto,
testimonianza, a larga diffusione,
di quella produzione ceramica
legata alla tradizione artistica
rinascimentale umbra... 
 

Opere in mostra realizzate in un lungo arco di tempo, fino ai giorni nostri, che continuano ad essere linfa vitale per l'assetto economico della regione, produttivo, commerciale e turistico. 
Il convento, con tutta probabilità fondato nel 1008 dai monaci benedettini, è stato oggetto di un intervento di restauro e allestimento in chiave contemporanea, al fine di poter ospitare il Museo Regionale della Ceramica di Deruta.
Il Museo l'ho visitato, ma sarebbe ora di tornarci. Nel redigere questo "pezzo" ho ovviamente cercato anche on line il sito ufficiale e altre notizie dell'ultima ora. Ho trovato una lettera datata 22 luglio 2020 (giorno, tra l'altro, del compleanno di mio padre, mi si perdoni il riferimento storico-biografico al centenario) inviata al professor Francesco Federico Mancini e pubblicata dai Media. Sapevo che il mio Professore era stato nominato direttore del Museo, ma non conoscevo tutto il "polverone" sollevato dalla sua nomina. Lo confesso. Lo apprendo oggi. Sembra incredibile, ma a volte pare anche a me di vivere in una bolla di sapone o di vetro, dove tutto, quassù in collina, arriva attutito e, a volte, forse tardi. Penso però che per ogni cosa ci siano un motivo e un tempo. La bulle de savon...la bulle de verre...s'est cassée.


Opera di Francesco Fantini, 1997




Sì, si è rotta. Probabilmente era questo il momento giusto. Giusto anche per me. Ripropongo la lettera che mi ha fatto battere il cuore...per le parole che vi sono scritte, per la persona interpellata, uno dei miei maestri, per la mia vicenda professionale. E però nessuno spazio alle strumentalizzazioni, ma a "critiche per migliorare l'esistente". Solo Arte e Territorio, Attualità & "Cittadinanza e Costituzione". Infatti la lettera, come specificato dal Prof., "si riferisce soprattutto alla crisi occupazionale di un settore che non viene adeguatamente sostenuto come meriterebbe", https://www.umbria24.it/opinioni/musei-deruta-lettera-aperta-al-neo-direttore-mancini-vorrebbe-questo-per-i-suoi-studenti
( Suggerisco altri tre link:
Chiudo l'articolo con un'altra ferita, materializzata attraverso l'abilità e l'estro di un artista, dal 22 agosto 2022 in mostra insieme ad altri colleghi nel Palazzo del Podestà di Città di Castello, e con il kintsugi
È un amico, il tifernate Francesco Fantini, e mi ha insegnato come da un errore di cottura possa nascere una meravigliosa opera d'arte. Quella che si vede in una foto precedente, un fiore con bulles d'air che sanguina. Mi ha insegnato anche che nella terracotta si pratica un foro, perché non scoppi in forno.

https://www.google.com/amp/s/amp.perugiatoday.it/altotevere/Citta-di-castello-extra-terris.html


... Kintsugi (https://it.wikipedia.org/wiki/Kintsugi), l'arte giapponese legata al wabi-sabi ( https://it.wikipedia.org/wiki/Wabi-sabi ) ...l'arte di riparare con la lacca urushi, la farina di riso o di grano, l'argilla tonoko e la polvere d'oro o d'argento...Sì perché kintsugi, letteralmente, significa "l'arte di riparare con l'oro". N'est-ce pas?! ...

... Immagine e citazione da: "Il cucchiaio d'argento"...


P.S. Ah, dimenticavo... l' "Arte sotto le stelle" e la serata a Deruta dedicata al Perugino in vista del percorso promozionale #Perugino2023... ecco alcuni link:
P.P.S. Una cosa voglio aggiungere. Quella lettera al prof. Mancini avreste dovuto firmarla. Mettendoci la faccia. Come facciamo noi giornalisti. Costi quel che costi. Se quella era ed è l'unica cosa giusta da fare...

                                                ...e il Viaggio continua...
                                                                    de tout cœur

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